“Il bandito e il campione”: la mistificazione della Storia in nome dell’audience
Chi crede di appagare l’appetito del grande pubblico proponendo racconti che fanno riferimento a fatti realmente accaduti, ma confezionati ad hoc per essere prodotti accattivanti senza rispettare la verità storica, mortifica innanzitutto l’intelligenza dei telespettatori. Questo continuo oltraggio della realtà e questo incessante saccheggio dell’onestà intellettuale porta alla creazione di personaggi che sono il frutto della penna di bravi sceneggiatori, ma che poco hanno a che vedere con quegli uomini effettivamente esistiti.
Purtroppo la mistificazione della Storia in nome dell’audience è l’ennesimo segnale del degrado della coscienza collettiva. Tutto è costruito per compiacere le aspettative di un pubblico che viene educato ad apprezzare gli esempi negativi, a scambiare per bene ciò che è male. Non è possibile assistere impotenti al tripudio di coloro che vantano numeri e share raggiunti grazie alla strumentalizzazione di sentimenti e situazioni false, che però sono d’effetto e hanno il solo scopo di stupire ed attrarre il grande pubblico.
Certo, attualmente per fare ascolti è necessario che la fantasia superi la realtà! Forse il rispetto per l’intelligenza della collettività e la correttezza nei riguardi delle verità del passato dovrebbero essere d’obbligo per chi afferma di voler propinare cultura, informazione o svago.
L’”etica criminale”, un ossimoro del linguaggio e della coscienza, tanto stridente quanto sbandierata da qualcuno, diventa agli occhi di chi ancora è onesto un insulto alla stessa umanità. Noi familiari di quei servitori dello Stato che hanno offerto la propria vita in nome degli ideali di giustizia, legalità e convivenza civile ci troviamo ancora una volta umiliati di fronte al fatto che i volgari assassini dei nostri cari assurgano al ruolo di protagonisti ed eroi, grazie alle tecniche cinematografiche e alla fervida immaginazione di qualche scrittore.
Questi campioni di orrore entrano nelle nostre case come personaggi familiari e addirittura arrivano a conquistare i nostri cuori grazie alla maestria di registi ed attori. In nome degli ascolti si arriva con questo stratagemma a giustificare reati, a comprendere le motivazioni recondite di questi criminali e ad avvicinare la loro inaccettabile irrazionalità. Purtroppo questa immagine buonista e taroccata non riesce a rappresentare la triste e cruda realtà di quei criminali che hanno tolto la vita senza un avere un briciolo di pietà.
Non c’è poesia nel sangue. Non c’è fascino nel male. Non c’è piacere nella morte. Questa è la sola verità e dobbiamo rappresentarla con onestà ai nostri figli.
L’obbligo morale di ciascuno di noi, quando si parla di fatti criminosi che hanno macchiato la Storia del nostro Paese, dovrebbe essere quello di testimoniare sempre e solo la veridicità dei fatti, armati di quei principi etici e morali che rappresentano l’unico baluardo alla nostra dignità umana.
Emanuela Piantadosi Presidente Associazione di Volontariato Onlus Vittime del Dovere
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