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03 OTTOBRE 2017
Articolo pubblicato il 3 ottobre 2017 sul "Corriere della Sera". Intervista al presidente Emanuela Piantadosi

L'associazione - I parenti delle Vittime: "Numero chiuso, idea sbagliata"

“Siamo contrari a una limitazione dei detenuti in regime di 41 bis e siamo perplessi di fronte a certe dichiarazioni da parte di chi dovrebbe ridurne il numero per il fatto che mancano le strutture ricettive”.

Emanuela Piantadosi, presidente dell’Associazione “Vittime del dovere” che rappresenta familiari di uomini delle Forze dell’ordine e della magistratura caduti nella lotta alla criminalità e al terrorismo, si riferisce alle parole del capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Santi Consolo, che era stato sentito in Senato lo scorso 27 settembre. Consolo aveva parlato della necessità di ragionare sul numero di persone da sottoporre al 41 bis perché non vi è “sufficiente ricettività: alcuni sono in lista d’attesa a causa della mancanza di strutture adeguate”. Piantadosi, figlia di un carabiniere ucciso nel 1980 da un ergastolano in permesso premio, si dice preoccupata: “È per caso un invito alla magistratura a non condannare più al 41 bis? Noi non vogliamo che arrivi un messaggio di debolezza dello Stato ai boss: devono scontare le giuste condanne”. E pone una domanda: “Dall’indulto del 2006 sono arrivati fondi consistenti allo Stato da destinare alle strutture carcerarie. Perché non sono stati utilizzati?”. La presidente sposta l’attenzione sull’altra metà del mondo carcerario. “Mentre il ministero della Giustizia si concentra sui diritti dei detenuti, noi vorremmo costruire un Osservatorio per quelli delle vittime con associazioni, sindacati di polizia penitenziaria, sociologi, psichiatri, magistrati. Vogliamo controbilanciare il sistema e lo abbiamo chiesto al ministro”.
Circa il nuovo “decalogo” su come trattare i detenuti sottoposti al cosiddetto “carcere duro” Piantadosi vede “una sorta di ammorbidimento da parte dello Stato”. E punta il dito su alcune criticità: “Le perquisizioni, che potranno essere fatte solo con il metal detector, i colloqui che vengono estesi ad altri garanti e i maggiori contatti con l’esterno. Ma non voglio esprimere un parere definitivo sulle nuove misure, che vanno valutate complessivamente”.

A.P.

 

Tratto da “Corriere della sera”

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