Chi dona la vita per gli altri resta per sempre
CONTRASTO ALLE MAFIE
Attività di sensibilizzazione istituzionale finalizzata alla lotta contro la criminalità organizzata

L'Associazione Vittime del Dovere svolge da anni una copiosa attività di approfondimento e sensibilizzazione finalizzata alla conoscenza e allo studio dei fenomeni criminali e al contrasto della criminalità organizzata.
Un impegno quotidiano che si esplica, in contesti istituzionali, parlamentari, pubblici e didattici, attraverso:

  • interventi diretti ad evidenziare criticità legate al sistema normativo, penale o penitenziario, attraverso la redazione di dettagliate e approfondite relazioni indirizzate alle Istituzioni e alla politica;
  • attività di ricerca, analisi e denuncia dei fenomeni mafiosi, attraverso la predisposizione di istanze, emendamenti, interrogazioni parlamentari, disegni di legge;
  • partecipazione ad audizioni parlamentari;
  • organizzazione di convegni, workshop, conferenze stampa e mostre;
  • realizzazione di percorsi didattici a carattere nazionale dedicati agli studenti di scuole di ogni ordine e grado sul tema della memoria e della conoscenza dei fenomeni criminali;
  • informazione dell’opinione pubblica attraverso pubblicazioni, articoli tecnici, comunicati stampa ed organizzazione di eventi dedicati.
14 NOVEMBRE 2017
QuiBrianzaNews - “Vittime del dovere”: un piazzale intitolato davanti al carcere dei mafiosi

MONZA – Un piazzale intitolato alle Vittime del Dovere nell’area antistante il carcere di Sulmona dove dei circa 400 detenuti ospitati oltre 140 sono ergastolani di cui 61 con il regime del 41bis, il cosiddetto carcere duro.

Grande emozione e commozione nei giorni scorsi per Emanuela Piantadosi, presidente dell’associazione “Vittime del Dovere” sodalizio che nato a Monza svolge attività di sensibilizzazione e di educazione alla legalità in tutta Italia. Battendosi per il rispetto e l’applicazione delle leggi, a difesa delle vittime e dei familiari di chi ha perso la vita per mano malavitosa nell’adempimento del dovere. Proprio come è accaduto al padre di Emanuela Piantadosi, il maresciallo capo Stefano Piantadosi morto nel 1980 durante un controllo su un pericoloso delinquente.

L’intitolazione della piazza è avvenuta all’interno di due giorni di forum dedicati alla riforma della giustizia e del 41 bis. Riforma contro la quale l’associazione, come già illustrato nei mesi scorsi sul nostro giornale, si è fortemente opposta. Un ammorbidimento della pena che permetterebbe a detenuti di mafia, ‘ndrangheta e camorra di poter utilizzare i news media per colloquiare con i familiari. In altri termini i “pizzini” da cartacei diventerebbero virtuali.

Un no netto contro questa riforma ribadito da Emanuela Piantadosi anche durante il forum. “Noi quello che chiediamo è la certezza della pena – spiega – Le vittime non chiedono vendetta, noi vogliamo semplicemente giustizia. Non vogliamo l’applicazione degli sconti della pena senza un effettivo pentimento, perché oggi in Italia il pentimento è alcune volte strumentale per non scontare la pena fino in fondo”. Difficile per Piantadosi, ma non solo, immaginare un reale pentimento di alcuni detenuti al 41bis nati e cresciuti in una mentalità malavitosa insita nell’educazione, nella cultura e nella famiglia.

Sulla questione sono intervenuti nei giorni scorsi anche i parlamentari Giulia Sarti e Vittorio Ferrarese (Movimento 5 Stelle) che hanno presentato un’interpellanza al Ministro della Giustizia Andrea Orlando dove denunciano il rischio di un ammorbidimento del carcere duro. “C’è un disegno articolato di smantellamento del 41 bis che sembra provenire da molto lontano, negli anni del “papello di Riina” – si legge nel documento – Da una parte non abbiamo ancora nessuna risposta sui mandanti esterni delle stragi, ma diamo permessi di necessità a pioggia ai mafiosi con le pronunce della magistratura di sorveglianza; dall’altra parte le carceri sono sovraffollate, gli agenti della polizia penitenziaria allo stremo, mezzi e strutture che cadono a pezzi, eppure ci sono le necessità e i diritti dei boss da garantire”.

L’associazione “Vittime del Dovere” non si arrende e prosegue nella sua battaglia contro questo vergognoso sconto di pena.

Barbara Apicella

Tratto da QuiBrianzaNews

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