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La stampa e la TV
11 MAGGIO 2012
Il Giornale - La Fanfara dei Carabinieri celebra i morti per lo stato

Sabato sera alle 20.30, nella sala Puccini del Conservatorio un concerto finalizzato alla raccolta Fondi promossa dalla Onlus Associazione Vittime del Dovere

Non si conosce il potere della musica fino a quando non ci si abbandoni inermi ai suoi accordi, lasciandosi trasportare dalle note in un mondo di emozioni e di suggestioni.
L’Associazione Vittime del Dovere ha scelto proprio questo linguaggio universale, capace di comunicare e di toccare le corde dell’animo, per sensibilizzare il pubblico e coinvolgerlo nella sua importante missione, sancendo un elegante connubio tra arte e solidarietà. Sabato sera alle 20.30, nella sala Puccini del Conservatorio, la Fanfara del III Battaglione Carabinieri “Lombardia” accompagnata dalla pianista Katya Genghini sarà interprete di un concerto finalizzato alla raccolta Fondi promossa dalla Onlus (con sede presso la Casa del Volontariato di via Correggio a Monza) da anni impegnata a celebrare attivamente la memoria di coloro che hanno sacrificato la vita per servire lo Stato, tutelando i diritti dei familiari delle vittime. Un itinerario musicale molto intenso, tappa dopo tappa, attraverso la storia della musica, partendo dall’esecuzione de La Fedelissima Marcia d’Ordinanza per proseguire con i Carmina Burana di C.Orff e addentrarsi in brani più noti agli amanti della musica, ma anche ai profani. Autori barocchi, ma anche classici e romantici tra i quali non mancheranno le melodie di Mozart, di Chopin, fino all’Inno alla Gioia. Sarà la Fanfara diretta da Andrea Bagnolo a rendere omaggio agli eroi del Nuovo Millennio, dedicando loro un programma intenso e qualitativamente sorprendente. Così come il progetto nobile e mirabile della fondatrice dell’Associazione Vittime del Dovere Emanuela Piantadosi che, avvalendosi di prestazioni volontarie di aderenti e soci, ha consacrato la sua attività, impegnandosi a 360grad, al raggiungimento di obiettivi sempre più ambiziosi ma non impossibili. Promotrice di un continuo e proficuo dialogo con le Istituzioni, Emanuela, sempre arruolata in prima persona, prosegue imperterrita la sua missione senza lasciarsi intimorire dagli ostacoli e dalle lungaggini burocratiche. L’obiettivo di Piantadosi, madre di tre figli, coinvolta direttamente dopo la prematura perdita del padre onorato della divisa, è quello di puntare l’attenzione sui familiari delle vittime istituendo un percorso psicologico finalizzato all’elaborazione del lutto, all’accettazione della menomazione fisica e delle conseguenti limitazioni per coloro che sono rimasti invalidi e a favorire il riadattamento alla quotidianità dei reduci di missioni di pace in terra straniera.. “Non è semplice – racconta Piantadosi – ma conoscendo le necessità e le urgenze dei familiari dei caduti, sono molto motivata. Se si pensa che ai colpevoli, in carcere, giustamente, spetta di diritto un’assistenza psicologica e un percorso rieducativo volto a reintegrarli nella società una volta scontata la pena, credo che sia doveroso volgere lo sguardo anche verso le vittime e ai loro familiari. Proprio per questo, punto ad ottenere un trattamento adeguato a tutti coloro che sono restati colpiti e che portano sulle spalle un pesante fardello di dolore e sofferenza.

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Tratto da ilgiornale.it

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