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Cronologia delle attività
05 APRILE 2014
Catenaumana.it - SOLDI PUBBLICI PER PATROCINARE IL LIBRO DELLA BRIGATISTA ROSSA: LA PLURIERGASTOLANA BARBARA BALZERANI

LA BEFFA
Se il comune Pd patrocina l’ex Br

Una volta i brigatisti facevano paura. Parlavano poco, sparavano molto. Odiavano lo Stato e tutte le sue rappresentazioni. Oggi lo Stato, precisamente il comune del Pd di Ruvo di Puglia, accoglie una ex brigatista in casa, patrocina un’iniziativa per la presentazione del libro di Barbara Balzerani, la primula rossa delle Br, condannata a sei ergastoli (ha scontato 25 anni di carcere, è libera dal 2011), coinvolta anche nella strage di via Fani, e mai pentitasi. L’appuntamento è per domani, ma già da giorni le associazioni dei famigliari delle vittime stanno sottolineando l’inopportunità di un tale invito. «Il nostro appello proviene dai diretti interessati, dai familiari delle vittime colpite dalla cieca arroganza e violenza di terroristi che hanno distrutto le vite di Giovanni Berardi, Ambra Minervini e Adriana Zizzi» – scrive in una nota Emanuela Piantadosi, presidente dell’associazione Vittime del Dovere.

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La contestazione è semplice: «Dovrebbero dire qualcosa alla signora Balzerani i nomi del magistrato Giralamo Minervini, ucciso a Roma dalle brigate rosse nel 1980, e quello di Francesco Zizzi, vice brigadiere della polizia di Stato morto a 30 anni nella strage di via Fani il 16 marzo 1978». C’è anche una strana coincidenza che rende il tutto ancora più grottesco. Rosario Berardi, il maresciallo Medaglia d’Oro al Merito Civile assassinato dalle Br il 10 marzo 1978 a Torino, è originario proprio di Ruvo di Puglia, dove tra l’altro esistono una strada e un’aula del liceo Scientifico Statale Orazio Tedone intitolate alla sua memoria. La Balzerani, dunque, potrebbe transitare proprio per quella via per raggiungere una sala messa a disposizione dal comune di centrosinistra.

Barbara Balzerani è stata arrestata nel 1985, a 36 anni, dieci anni dopo aver sposato la causa delle Br. Da studentessa nata a Colleferro, si è trasformata in terrorista: ha gestito il covo di via Gradoli a Roma, ha partecipato al sequestro del presidente Dc Aldo Moro in via Fani, nel quale hanno perso la vita gli agenti di scorta. Le sono stati attribuiti anche l’omicidio del direttore generale degli Istituti di Prevenzione e Pena Girolamo Minervini (1980) e il sequestro del generale della Nato James Lee Dozier (1981). Con l’arresto di Moretti e la scissione delle Brigate, ha capeggiato l’ala delle BR-PCC (Partito Comunista Combattente), fino all’arresto.

«È innegabile che, avendo scontato la pena inflittale, anche la Balzerani abbia ora il diritto di rientrare nella società e vivere la vita – spiega la Piantedosi, figlia del maresciallo capo dei carabinieri Stefano Piantadosi, ucciso ad Opera nel 1980 da un ergastolano in permesso premio – ma è un’assassina, e rimane e rimarrà sempre un’assassina. Allo stesso modo, mio padre, che la sua vita non ha potuto viverla, e mia madre, che da quel maledetto giorno è come se fosse morta, sono le sue vittime, e rimangono e rimarranno sempre vittime».

Tratto da CatenaUmana.it

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