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21 DICEMBRE 2014
Il Giorno: Il grido delle Vittime del dovere:questa legge di Stabilità ci umilia

PROTESTA EMANUELA PIANTADOSI PRESIEDE L'ENTE CHE HA SEDE A MONZA

MONZA TANTI I DELUSI dalle sforbiciate notturne alla legge di stabilità, soprattutto in Lombardia. Ma è un vero grido di dolore quello che arriva da Monza, dove ha sede l'Associazione Vittime del dovere. La sua presidente, Emanuela Piantadosi, è figlia del maresciallo Stefano Piantadosi ucciso nel 1980 da un ergastolano in permesso premio, e da anni sta cercando di sensibilizzare il mondo politico perché tutelii parenti di quanti sono caduti per adempiere al loro dovere. La Piantadosi punta il dito contro «una classe politica distratta, o forse in emergenza continua, che si contraddice impegnandosi in promesse che puntualmente vengono disattese.
Infatti le Vittime del Dovere - dice -, pur avendo un ordine del giorno approvato dal Senato a firma del Senatore Aldo Di Biagio che impegnava l'attuale Governo a portare avanti il discorso di equiparazione con la Legge di Stabilità 2015, e una decina di emendamenti presentati da parlamentari sensibili alla tematica presso la Commissione Bilancio, nel Maxiemendamento del Governo non sono state minimamente tenute in considerazione». NON PARLIAMO di vane lamentele. La presidente dell'associazione parla nello specifico «del ripristino del fondo destinato alle borse di studio degli orfani e dei figli degli invalidi, dimezzato dal Governo Monti; del collocamento obbligatorio che garantisce l'assunzione;dell'adeguamento dell'importo dell'assegno vitalizio previsto dall'articolo 2 della legge n. 407 del 1998 e successive modificazioni (risolto a favore delle Vittime del Dovere già dall'Autorità Giudiziaria); di una medaglia; di una giornata dedicata al ricordo delle Vittime del Dovere». Ma niente di tutto questo sarà concesso. Nonostante che da anni ogni giovedì Emanuela, con un'ostinazione commovente, prenda il Frecciarossa diretto a Roma «per segnalare e illustrare alle varie forze politiche e istituzionali le difficoltà che ogni giorno le famiglie dei servitori dello Stato, uccisi o feriti devono affrontare. E dopo aver avuto puntualmente la classica pacca sulle spalle racconta -, poiché la questione appare evidente e condivisa, torno a casa pensando che tutto sia chiaro e risolto, e che il sacrificio di mio padre e dei suoi colleghi avrà sicuramente un valore. E invece ogni anno il Governo di turno non riesce a recuperare le risorse che servono. Le vittime e i loro familiari sono state per l'ennesima volta umiliate» conclude.Ro.Mi.

Tratto da Il Giorno - Brianza

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