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Cronologia delle attività
03 SETTEMBRE 2015
33° ANNIVERSARIO DELL’OMICIDIO DEL GENERALE CARLO ALBERTO DALLA CHIESA

eventi-carlo-alberto-dalla-chiesa-20150903.jpg“Ricordare per rendere omaggio agli uomini e alle donne che hanno pagato con la loro vita il coraggio, il loro talento, la lealtà alle Istituzioni, l’amore per il nostro Paese; ricordare per impedire che il loro lascito intellettuale e morale si perda nel tempo; ricordare per riscattare gli errori commessi; ricordare per far germogliare la speranza dal dolore; ricordare per rinvigorire la dignità e l’orgoglio che servono per cambiare davvero le cose. Il Generale Carlo Alberto dalla Chiesa è stato uno di questi grandi esempi e per questo voglio ricordarlo, così come ogni anno, nell'anniversario dell’attentato mafioso che lo ha strappato alla vita insieme a sua moglie Emanuela e all'agente di Polizia Domenico Russo. Dalla Chiesa può ancora insegnare molto a ognuno di noi. Ai ragazzi, che per ragioni anagrafiche non hanno memoria di questo straordinario uomo, suggerisco di studiarne la storia: sono certo potrete riconoscere in lui una guida, un maestro, una figura alla quale riferirvi quando sarete chiamati, non importa in quale ambito e per quale ragione, a scegliere di fare la cosa giusta”. Con queste parole il presidente del Senato Pietro Grasso ha voluto ricordare il 33° anno dalla morte di Carlo Alberto Dalla Chiesa. L’Associazione Vittime del Dovere condivide pienamente le parole del presidente Grasso nel ricordare il tragico omicidio.

Il Generale Carlo Alberto dalla Chiesa  morì alle ore 21.15 del 3 settembre 1982. L’auto sulla quale viaggiava il Prefetto, guidata dalla moglie Emanuela Setti Carraro, fu affiancata in via Isidoro Carini a Palermo da una BMW, dalla quale partirono alcune raffiche di Kalashnikov AK-47, che uccisero il Prefetto e la moglie. Nello stesso momento l'auto con a bordo l'autista e agente di scorta, Domenico Russo, che seguiva la vettura del Prefetto, veniva affiancata da una motocicletta, dalla quale partì un'altra raffica, che uccise Russo. Per i tre omicidi sono stati condannati all'ergastolo come mandanti i vertici di Cosa Nostra, ossia i boss Totò Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco, Pippo Calò, Bernardo Brusca e Nenè Geraci. Nel 2002 sono stati condannati in primo grado, quali esecutori materiali dell'attentato, Vincenzo Galatolo e Antonino Madonia entrambi all'ergastolo, Francesco Paolo Anzelmo e Calogero Ganci a 14 anni di reclusione ciascuno.

 

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