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17 MAGGIO 2018
Roma: Riconoscimento della Medaglia al Valore a Pasquale Campanello, Sovrintende Capo della Polizia Penitenziaria ucciso dalla camorra, l’8 febbraio del 1993, a Torrette di Mercogliano

Riconoscimento della Medaglia al Valore a Pasquale Campanello, Sovrintende Capo della Polizia Penitenziaria ucciso dalla camorra, l’8 febbraio del 1993, a Torrette di Mercogliano.

Giovedì 17 maggio 2018, in occasione dei festeggiamenti del 201° Anniversario di Fondazione del Corpo di Polizia Penitenziaria, il Sovrintendente Capo della Polizia Penitenziaria avellinese, Pasquale Campanello, in servizio al braccio Venezia del Carcere di Poggioreale, è stato insignito della Medaglia al Valore. 

Alla cerimonia, giovedì a Roma, erano presenti la moglie Antonietta e i figli Silvia e Armando, oltre al presidente dell'Associazione Vittime del Dovere Emanuela Piantadosi. 

Il Sovrintendente Capo Pasquale Campanello, 33 anni, prestava servizio presso Casa circondariale di Napoli Poggioreale “G. Salvia", dove era addetto al padiglione Venezia che ospitava detenuti appartenenti alla criminalità organizzata sottoposti al regime detentivo ex 41 bis. Nato ad Avellino, Pasquale si era diplomato in agraria e progettava di fare l’enologo, ma poi aveva scelto di indossare la divisa. Una decisione, questa, nata con convinzione e altissimo senso del dovere. Arruolatosi nel Corpo degli Agenti di Custodia poco più che ventenne, nel 1990 Pasquale divenne sovrintendente Capo del Corpo di Polizia Penitenziaria. Fu destinato al carcere di Ariano Irpino.

L'8 febbraio 1993, alle ore 17.45,  Campanello aveva terminato il turno di lavoro e si apprestava a far ritorno a casa, nel comune di Torrette di Mercogliano, dove ad attenderlo c'erano la moglie e i due figli in tenera età. Giunto presso la propria abitazione, ad aspettarlo un commando di quattro killer. Contro di lui furono esplosi quindici colpi di pistola a distanza ravvicinata, quattro dei quali esplosi alla testa che ne causarono il decesso.

Pasquale Campanello, definito da colleghi e superiori “un elemento irreprensibile, ottimo sotto ogni aspetto, un modello”, non si era piegato alle intimidazioni e alle minacce ricevute per il rigore con cui svolgeva il servizio. Per la sua fedeltà allo Stato la camorra lo aveva condannato a morte. Secondo le autorità di Polizia penitenziaria il delitto aveva lo scopo preciso di creare panico tra gli operatori al fine di destabilizzare le istuzioni carcerarie. La tragica morte di Pasquale scosse visibilmente l'opinione pubblica, ai funerali, celebrati nella chiesa di San Ciro, in Avellino, parteciparono oltre duemila persone e le massime autorità, tra le quali il direttore generale delle P.P. Nicolò Amato. La malavita e la camorra di Poggioreale vollero punire un cittadino onesto, un fedele servitore dello Stato che non si piegava al loro volere.

Il Sovrintendente Pasquale Campanella è stato riconosciuto "Vittima del Dovere dal Ministero dell'Interno.

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