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16 LUGLIO 2019
ANSA - Frasi ex terroristi, "giustizia agisca"

(ANSA) - ROMA, 16 LUG - L'Associazione Vittime del Dovere intende sollecitare la magistratura a vagliare la liceità delle dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi da ex terroristi "in ordine ai gravissimi fatti di sangue che hanno caratterizzato un periodo storico molto doloroso del nostro Paese". "Nelle ultime settimane - afferma l'Associazione - abbiamo assistito all'impensabile riproporsi di dichiarazione, verbali e scritte, che impongono un intervento immediato della magistratura".

Il primo vede coinvolta, ancora una volta, Barbara Balzerani, ex brigatista mai pentita, che, il 20 giugno scorso a Roma, durante la presentazione del suo ultimo libro, "ha dimostrato di perseverare nella sua opera di giustificazione ed esaltazione della lotta armata, spalleggiata dall'amico Nunzio D'Erme.

Entrambi hanno improvvisato un duetto tanto imbarazzante quanto disgustoso poiché ammiccavano compiaciuti al piacere provato nel perpetrare gesti omicidi". In particolare la Balzerani ha dichiarato: "Siccome non possiamo pensare di non avere ragione o di essere sfortunati sulle ragioni di questa sconfitta, che fanno male le sconfitte, ma dalla sconfitta ci si può incamminare verso una possibile ripresa... Se rinunci all'idea del conflitto non c'è manco storia, non c'è niente. C'è il deserto totale perché la storia la fa il conflitto".

Nunzio d'Erme invece si è detto onorato di essere riunito ai propri compagni e compagne, che temeva di non rivedere più a seguito della carcerazione, e ha continuato sostenendo: "Lei (la Balzerani, ndr) ha vissuto la parte più bella, ma dopo l'ha pagata tutta, ti sei pure divertita, ma poi la paghi, perché arriva il conto", mentre, con riguardo alla giovane età del commando di Via Fani, ha precisato: "Forse il più grosso che ha fatto Moro c'aveva 32-33 anni, immaginatevi voi, il livello più alto dell'organizzazione rivoluzionaria che ha fatto cag...

sotto il capitalismo italiano ed europeo aveva 33 anni". Infine ha concluso D'Erme: "Cioè noi dovemo ritornà(re) alle origini, anche il tipo di società, non é che basta socializzà(re), nazionalizzà(re), i mezzi di produzione e conquistà(re) il potere politico e amo (abbiamo) risolto. Tutto il lavoro che se sta affà (si sta facendo) anche contro il Decreto Sicurezza é perché punta esattamente a ridurre ai minimi termini tutti quei soggetti sociali che oggi potrebbero ripartire ed essere il volano di una nuova fase, una nuova epoca".

Purtroppo è solo un episodio di una lunga serie, che vede il picco il 16 marzo 2018 quando nell'anniversario della strage di via Fani e del rapimento di Aldo Moro, la Balzerani ha avuto la sfrontatezza di sostenere che "fare la vittima è diventato un mestiere" (...) "c'è una figura, la vittima, che è diventato un mestiere, questa figura stramba per cui la vittima ha il monopolio della parola. Io non dico che non abbiano diritto a dire la loro, figuriamoci. Ma non ce l'hai solo te il diritto, non è che la storia la puoi fare solo te".

Ultimo esempio riguarda l'ex terrorista Enrico Galmozzi, che, commentando su Facebook la notizia su una busta con proiettile indirizzata al ministro dell'Interno Matteo Salvini, ha ritenuto di precisare, dopo una serie di improperi e minacce. che "una volta invece di spedirli li consegnavamo di persona...".

"Certe esternazioni lasciano sbigottiti in primo luogo perché provengono da ex terroristi riconosciuti colpevoli e condannati e che, previa rieducazione, dovrebbero essere reinseriti nella società", commenta l'Associazione Vittime del Dovere, secondo cui tali dichiarazioni, "i cui profili di rilevanza penale appaiono evidenti, provengano da soggetti che assurdamente si ritengono liberi di istigare un ritorno alla lotta armata e di insultare e minacciare un ministro della Repubblica".

L'Associazione esprime anche "vicinanza e solidarietà" al Ministro Salvini, "oggetto di queste pesanti intimidazioni".

"Agiremo attraverso formali denunce", spiega la presidente dell'Associazione, Emanuela Piantadosi. (ANSA).

Tratto da ANSA

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