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06 MAGGIO 2021
Lettera di Rosa Maria Esilio vedova del Vice Brigadiere Mario Cerciello Rega

Pubblichiamo la lettera di profonda e lucida riflessione che Rosa Maria ha gentilmente inoltrato all'attenzione della nostra Associazione per portare la sua testimonianza.

Il suo è stato un percorso doloroso e travagliato alla ricerca di giustizia e verità che le nostre famiglie di Vittime del Dovere conoscono molto bene, loro malgrado.

 

Il testo del comunicato 

Con la sentenza di primo grado emessa dalla Corte di Assise di Roma dopo un lungo e doloroso processo di 43 udienze, oltre alla irrogazione della più grave delle condanne, quella dell'ergastolo, è stata riconosciuta l'assoluta correttezza dell'operato di Mario nel tentativo di assicurare alla giustizia i responsabili di una estorsione che ha avuto il suo epilogo nel suo efferato assassinio.

Nel corso di questo processo ho dovuto assistere a biechi tentativi di ribaltare le responsabilità stravolgendo i fatti, facendo illazioni e fantasiose ipotesi, cercando di rappresentare una verità non coincidente con quella reale, infangando e denigrando senza vergogna a più riprese la memoria di Mario, tentando di ridurlo e svilirlo nonostante la sua morte ed il suo corpo martoriato parlassero senza lasciar dubbio alcuno.

Grazie al lavoro dei Giudici della Corte d’Assise, della Procura, degli avvocati e dei Carabinieri che con professionalità, correttezza e scrupolosità, senza farsi trasportare dall'emotività del momento, essendo anche quest'ultimi vittime dell'efferato delitto, è emersa la verità dei fatti e l'irreprensibile condotta di mio marito caduto nell'adempimento del dovere.

Mario Cerciello Rega è stato un valoroso Carabiniere, ha indossato con onore la divisa svolgendo con coraggio ed abnegazione il suo dovere fino al sacrificio della propria vita. Questo tentativo di travisare i fatti ha provocato in me un dolore straziante e insopportabile, poichè emblematico della nullità dei valori etici e religiosi dei suoi autori, viceversa fondanti della nostra vita.

Questa severa condanna non riporterà in vita il mio amato; non vedo né vincitori né vinti, ma solo il sacrificio di un uomo, di un Carabiniere, di un marito, un figlio, un fratello, un amico, e nel contempo provo compassione e pietà per gli assassini il cui perdono non devono chiederlo a me, ma direttamente a Mario e alla propria coscienza.

Da qui il dovere della memoria di Mario di cui sarò attenta custode, affinché egli non muoia mai nelle nostre menti.

 

Rosa Maria Esilio vedova del Vice Brigadiere Mario Cerciello Rega

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