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24 FEBBRAIO 2022
Corriere della Sera - Processo Cerciello: «In chat la violenza dei due, condannateli»

Da Snap Chat a Whatsapp. La guerra interpretativa di foto e messaggi rintracciati sui dispositivi degli imputati, potrebbe decidere il processo per la morte del carabiniere

La guerra interpretativa di foto e messaggi rintracciati sui dispositivi degli imputati, potrebbe decidere il processo. Si vince o si perde a seconda delle applicazioni informatiche. Snap Chat. Whatsapp. Dove condurranno gli screenshot depositati al dibattimento? Ieri è toccato alle parti civili valorizzare l’analisi del consulente della Procura riguardo ai telefonini di Gabriel Christian Natale Hjorth e Finnegan Lee Elder laddove ricostruisce la pioggia di immagini violente affiorata dalla memoria degli smartphone in questione. «Purtroppo per gli imputati i loro cellulari rappresentano visivamente quello che in realtà si sono dimostrati. Persone particolarmente pericolose dedite all’uso di stupefacenti e di alcol, con una certa predilezione per le armi e in particolare i coltelli» dice, in aula, l’avvocato Stefano Maccioni parlando in rappresentanza dell’associazione Vittime del dovere a proposito di Gabe che impugna una lama affilata in una foto scattata ventiquatt’ore prima dell’omicidio. Il punto è che, secondo gli avvocati delle pari civili, Natale non fu spettatore passivo della tragedia bensì autentico protagonista. «Non urla all’amico (Finnegan Lee Elder, ndr) di fermarsi mentre accoltella Mario Cerciello Rega e collabora nel lavare e nascondere l’arma» ricorda ancora Maccioni. Mentre l’avvocato dello Stato, Maurizio Greco, ribadisce la linea seguita finora chiedendo la conferma delle condanne in primo grado (ergastolo a Elder, 30 anni a Natale Hjorth).

Ma forse il più esplicito nello smentire la tesi difensiva di una «risposta istintiva dettata dalla paura di essere aggrediti da delinquenti» è l’avvocato Massimo Ferrandino che assiste Rosa Maria Esilio, vedova del carabiniere. «Elder Finnegan e Natale Hjorth — dice — hanno scelto la violenza come stile di vita, il loro destino era già scritto nelle foto trovate nei loro cellulari». Non ragazzini spaventati insomma.

E ancora: «In quelle immagini Natale appare con pistole e mitragliette, armi vere. Quanto a Elder, con un’adolescenza anche più turbolenta alle spalle, aveva sul telefonino le foto in cui punta il coltello alla gola della fidanzata». Per Ferrandino i due ventenni si sono dimostrati «scaltri e lucidi» fin dal principio. «Dai momenti della trattativa per acquistare la droga a Trastevere fino ai prepartivi dell’agguato in Prati, tra le macchine — insiste il legale — Per un loro gioco, hanno ammazzato Cerciello Rega che non era né scaltro né furbo, ma era un carabiniere intelligente, con una famiglia umile e orgogliosa». Il 3 marzo toccherà alle difese.

Tratto da Corriere della Sera

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