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Cronologia delle attività
29 NOVEMBRE 2022
Comunicato ai Soci - L’Associazione Vittime del Dovere mostra la sua vicinanza a Daniele Ripani e Gabriella Vitali D’Andrea, dopo l’articolo “Le cicatrici di Vallanzasca” pubblicato dal Corriere della Sera il 27 novembre 2022 a firma di Aldo Cazzullo

Cari Soci,
portiamo alla vostra attenzione le lettere inviate alla nostra Associazione (con l’autorizzazione alla pubblicazione) da Daniele Ripani, nipote di Giovanni Ripani, Vice Brigadiere della Polizia di Stato, ucciso a Milano nel corso di una violenta sparatoria con alcuni rapinatori della banda Vallanzasca, e da Gabriella Vitali D’Andrea, vedova del M.llo della Polizia di Stato Luigi D’Andrea, ucciso a Dalmine da Vallanzasca stesso, in riposta all’articolo dal titolo “Le cicatrici di Vallanzasca e le lettere delle sue fan” del giornalista Aldo Cazzullo, pubblicato domenica 27 novembre 2022 dal Corriere della Sera nella rubrica “Lo dico al Corriere”.

Lettera di Daniele Ripani, 28 novembre 2022

“Sono Daniele, nipote di Giovanni Ripani, ammazzato in piazza Vetra a Milano nella sventata rapina finita in conflitto a fuoco con la banda della Comasina. Le scrivo io perché mio zio non aveva figli dato che lo hanno ucciso a pochi mesi dal matrimonio. Se Renato Vallanzasca è ancora in regime carcerario, non è colpa da imputare a nessuno, se non a lui stesso, dato che nel nostro Paese anche il capo delle BR è in semi di libertà, e i componenti della sua vecchia banda negli anni finiti in galera, sono tutti usciti e tornati a delinquere, e poi ritornati in galera.

Vede, a noi familiari che lui sia in galera o esca in libertà cambia molto poco dello stato delle cose, e non traiamo nessun piacere dalla sua detenzione. Negli anni lui ha potuto scrivere libri e sceneggiature per film ma non ha mai risarcito le vittime, né mai avuto un ravvedimento o un pentimento per i suoi gesti criminali, tanto da prendere le distanze dal bandito che è stato. In compenso la sua arroganza e la sua mitomania sono rimaste sempre uguali facendo di quegli anni a mano armata revisioni storiche tutte personali. Più volte ha chiesto la grazia, mai ottenuta sicuramente, oggi è un uomo sconfitto ma di sicuro non siamo noi i vincitori.

Lettera di Gabriella Vitali D’Andrea, 29 novembre 2022

Gentile Signor Aldo Cazzullo,
in riferimento alla risposta da lei data ad un lettore, sulla detenzione di Renato Vallanzasca, le ricordo che non sono 50 gli anni di detenzione, visto e considerato che nel 1977 gironzolava (e uccideva) su e giù per il Paese.

Le chiedo, cortesemente, di spiegarmi come mai dovrebbero essergli condonati i rimanenti 296 anni, in merito a quale criterio? Chi stabilisce se un conto con la Giustizia è stato pagato? La Legge che ha deciso secondo le modalità e le misure del Diritto di uno Stato Democratico, che agisce nel nome dei Cittadini e della Legalità o l’estro capriccioso di un opinionista!

Troppo pieno di sé il René per piagnucolare, i suoi paladini/e in cerca di stravaganti motivazioni se ne facciano una ragione.

Un colpo di spugna, non è meno vigliacco e colpevole del gesto di chi ha premuto il grilletto.

Leggo che il soggetto a cui si fa riferimento avrebbe cercato il “perdono biblico” (affermazione tutta da dimostrare), ma non ha mai chiesto quello della Legge degli Uomini, che infatti non intende, giustamente, né potrebbe concederglielo. Il detenuto in questione sta solo pagando per le sue consapevoli irresponsabili scelte. Anche noi familiari di Vittime innocenti siamo distrutti e credo che lei non lo immagini nemmeno lontanamente.

NO, non vogliamo vendetta, ma Giustizia, quella sì! Quanto alla generosità dell’opinionista gli chiedo una sola cosa: quanti dei suoi più stretti affetti familiari sono stati stroncati da vili colpi di pistola? La generosità è un nobile sentimento, ma non si può certo alimentarla, sapendo che tanto il dolore inestinguibile è radicato nel cuore di altri.

L’Associazione mostra vicinanza e affetto a Gabriella e a Daniele per quanto hanno dovuto leggere, e manifesta stima per le lettere, cariche di dolore e atroci ricordi, che hanno dovuto scrivere e condividere a tutela della memoria dei loro cari.

ASSOCIAZIONE VITTIME DEL DOVERE

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