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Cronologia delle attività
24 MARZO 2012
Il Giorno - Botte a scuola riprese sul web - Sospesi 4 alunni delle medie

Il minore, protagonista dell'articolo scritto per "Il Giorno" da Massimiliano Saggese, riesce a trovare la forza per affrontare il dramma vissuto da mesi presso la scuola, grazie alla trattazione sul cyberbullismo effettuata in occasione della Borsa di Studio Mar. Capo Stefano Piantadosi, IV edizione organizzata dal Comitato Stefano Piantadosi in collaborazione con l'Arma dei Carabinieri e l'Associazione Vittime del Dovere, avente quest'anno il tema: "Cyberbullying e cyberstalking, conoscerli per diffendersi".

 

 http://www.ilgiorno.it/sudmilano/cronaca/2012/03/25/686586-minacciata_coltello_scuola.shtm

Botte a scuola riprese sul web Sospesi 4 alunni delle medie

La famiglia della vittima avvia un'azione legale

lIl gruppo di studenti aveva preso di mira un ragazzino 12enne sin dall'inizio dell'anno. A febbraio l'aggressione in bagno, calci e pugni ripresi con un telefonino

di Massimiliano Saggese

Locate Triulzi, 24 marzo 2012 - Avevano preso di mira un loro compagno dall’inizio dell’anno scolastico: prima insulti e scherzi, sempre più frequenti, sempre più pesanti. Poi hanno deciso di alzare il tiro: lo hanno raggiunto in bagno e l’hanno picchiatoPugni, calci, schiaffi, una vera missione punitiva in una mattinata qualunque all’interno di una scuola media dell’hinterland milanese, a Locate Triulzi. Vittima un ragazzino di 12 anni. Il branco ha filmato l’intero pestaggio e lo ha messo su Youtube.

Il gruppo di bulli è composto da quattro ragazzi di 13 anni 
che sono stati sospesi per cinque giorni dalla direzione della scuola. E ora il sindaco Severino Preli non risparmia strali: «Inconcepibile non essersi accorti di un fatto così grave». Pare infatti che nessuno avesse capito il dramma che si stava consumando in quella classe.I fatti risalgono a un mese fa, ma solo ora sono venuti alla luce.

È una normale giornata di lezione e disagioDurante l’intervallo il ragazzino viene preso in giro dai quattro compagni, alcuni della stessa classe e altri no. Quel giorno però i quattro bulli non si accontentano dei soliti scherzi, degli insulti e degli spintoni. Aspettano che la vittima entri in bagno e la raggiungono, poi comincia il pestaggio rigorosamente ripreso con il cellulare di uno dei quattro. Quando finisce l’intervallo, finiscono anche le botte e tutti tornano in classe. Ma nessuno si accorge di nulla, nessuno capisce che quello studente è stato pestato dai compagni e, cosa che forse lo umilia maggiormente, che la violenza subita è stata ripresa. Il video finisce su Youtube, gli autori si vantano delle loro violenze.

E le giornate a scuola per il ragazzino diventano un incubo. Poi accade un fatto che gli dà il coraggio di raccontare tuttoL’associazione Arma carabinieri dei comuni di Opera, Pieve e Locate Triulzi organizza alcuni incontri sul cyberbullismo, momenti di sensibilizzazione degli studenti per imparare a difendersi da chi agisce anche su Internet. Incontri durante i quali i carabinieri spiegano cos’è il bullismo, come denunciarlo ma anche come capire quando si sta facendo del bullismo. Il ragazzino ascolta, qualcosa scatta dentro di lui e trova il coraggio di dire il dramma che sta vivendo, la sera a casa si sfoga e racconta tutto quel patimento alla mamma. 

È il 9 marzo quando la donna va a bussare con il figlio alla caserma dei carabinieri di Pieve Emanueledove sporge una dettagliata denuncia. Si era accorta che il ragazzino aveva problemi, che era titubante al momento di andare a scuola e aveva fatto presente in almeno due occasioni alla scuola che qualcosa non andava. Dopo la denuncia i carabinieri hanno rintracciato il video su youtube, video che è stato fatto immediatamente rimuovere. Facile da lì risalire agli autori del pestaggio. La scuola li ha sospesi e la famiglia dello studente picchiato ha avviato un’azione legale.

«Non concepisco come nell’istituto nessuno si sia accorto di nulla - tuona il sindaco di Locate Triulzi - ecome può accadere che i genitori dei ragazzi coinvolti non controllino i loro figli, liberi di accedere a Internet senza alcuna restrizione. Ognuno deve fare il proprio lavoro al meglio: a scuola si devono intercettare certi segnali così come a casa».
massimiliano.saggese@ilgiorno.net

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