Chi dona la vita per gli altri resta per sempre
Cronologia delle attività
23 MAGGIO 2024
Comunicato Stampa - Nel giorno del ricordo una speranza nuova: sinergia tra Terzo Settore e Terza Missione dell’Università

Il 23 maggio 1992 sacrificarono la propria vita il Giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Nel medesimo attentato si contano, tra i 23 feriti, gli agenti Paolo Capuzza, Angelo Corbo, Gaspare Cervello e l'autista giudiziario Giuseppe Costanza.

Come ogni anno questa giornata ci induce a delle riflessioni che prendono il via da una domanda ricorrente: come possiamo rendere veramente onore alla memoria di quanti hanno la vita per la sicurezza della collettività e la lotta alla criminalità organizzata?

Il primo passo è sicuramente quello volto a creare una cultura antimafiosa soprattutto nei giovani, così da limitare la creazione di un terreno fertile all’approccio criminale.

Tuttavia riflettiamo ormai da tempo sulla possibilità di andare oltre le lezioni frontali per spingere i futuri cittadini ad un coinvolgimento attivo, rendendoli attori, animati da spirito civico e desiderio di giustizia, nel progettare, costruire e attuare strumenti di prevenzione che possano essere veicolati, come utili risorse, alla società civile e alle Istituzioni.

L’Associazione Vittime del Dovere è da tempo impegnata nel realizzare forme di collaborazione con le Università italiane al fine di porre in essere attività scientifiche, formative e divulgative riguardanti temi di educazione alla legalità e strategie di contrasto alla criminalità organizzata.

Lo scopo perseguito è implementare una sorta di circolo virtuoso in cui da un lato, attraverso lo studio e l’individuazione degli attuali ed effettivi modi di operare delle mafie si possano intercettare nuove forme organizzative della criminalità; dall’altro, si possano cogliere, da un bacino di indagine sul territorio costruito attraverso approfondimenti diretti e conoscenza puntuale, i giusti segnali per attuare azioni di prevenzione, affinché si possano affrontare per tempo le nuove minacce alla sicurezza dei cittadini e alla sana economia imprenditoriale.

Questo intendimento è di fatto maturato in concomitanza dei numerosi convegni e seminari, organizzati grazie alla preziosa competenza e al coinvolgente entusiasmo della Professoressa Lina Calandra, docente di Geografia dell’Università degli Studi dell’Aquila. Il sogno che si vorrebbe realizzare è creare un laboratorio che coinvolga direttamente gli studenti attraverso verifiche ed interviste dirette volte ad intercettare i fenomeni legati ai traffici illegali e alla penetrazione ed inquinamento nell’economia legale per il finanziamento della criminalità organizzata. È noto come la criminalità si adatti al territorio in cui opera, anche in ragione dei collegamenti sociali e alle risorse ivi presenti, recuperando finanziamenti e/o fonti di finanziamento differenziate, per misura e modalità.

Lo scopo è quindi quello di partire dal territorio e realizzare un format d'indagine che renda possibile monitorare tipologie e peculiarità di finanziamento di attività illecite nella regione.

Le modalità di realizzazione sono innovative poiché privilegiano l'ascolto proprio di coloro che in quel territorio vivono (privati, aziende, istituzioni), grazie anche al confronto attivo con le Autorità territorialmente competenti, sarà possibile evidenziare collegamenti con la criminalità organizzata, nella zona di riferimento o all’esterno di essa.

Una volta esaminata una zona e avendo ideato un modello di riferimento replicabile si otterrà, seguendo i collegamenti già evidenziati o individuando nuove tracce, la modalità per procedere nell’esame di un differente territorio.

Le ricerche di studio e le indagini dirette sulla regione in oggetto, necessitando di una base scientifica, devono essere attuate tramite interviste anonime ad opera di un laboratorio universitario.

Questo consentirebbe altresì la partecipazione proattiva degli studenti universitari alle attività di ascolto e di analisi, così da renderli partecipi e coinvolti in un processo circolare di consapevolezza sulla pervasività dei fenomeni mafiosi e di promozione del senso di responsabilità nei confronti dei propri contesti di vita.

La proposta, quindi, è volta a studiare modelli teorici che comprendano a livello nazionale le peculiarità di ogni singolo territorio.

Inoltre l’esito delle singole indagini sarà accessibile al pubblico in generale attraverso la creazione di un portale di raccolta ove andranno a confluire, anno dopo anno, gli esiti delle successive ricerche sul territorio nazionale aprendo anche alla possibilità di raccogliere informazioni direttamente da coloro che volessero, per senso civico, farsi parte attiva.

Appare purtroppo innegabile che le grandi speranze si scontrano con limitazioni economiche che, senza supporto, impediscono di fatto la costruzione di un nuovo modo di agire concretamente contro le diverse forme di criminalità organizzata. Perché la criminalità organizzata, nonostante gli sforzi compiuti ogni giorno dalle Forze dell’Ordine e dalle Istituzioni, continua a prosperare, forte di una capacità mimetica e trasformista impareggiabile grazie proprio all’infiltrazione nel tessuto sociale ed economico.

Tuttavia, questo non impedisce ai grandi sognatori di lanciare un appello a coloro, Enti del Terzo settore e Atenei, che desiderano fare di più creando una rete di fattiva collaborazione per combattere quella realtà mafiosa di cui ancora oggi non ci siamo liberati.

Il Consiglio direttivo dell’Associazione Vittime del Dovere

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