Il Tradimento del Governo per le Vittime del Dovere: un'analisi critica della Legge di Bilancio 2025
Dopo ben due Leggi di Bilancio approvate dal Parlamento, che già avevano visto totalmente disattese le istanze da noi avanzate a tutela delle Vittime del Dovere, era nostra convinzione che alla terza occasione, quella rappresentata dalla Legge di Bilancio 2025, ci fosse finalmente un chiaro riscontro da parte del Governo.
Tale speranza nasceva anche dalla considerazione che il problema è oggetto di dibattito pubblico da molto tempo e che l'apparente attenzione per la sicurezza e per le Forze dell'Ordine è stato un cavallo di battaglia utilizzato dall’attuale maggioranza di Governo, in particolare durante la campagna elettorale.
Purtroppo, l’esito degli emendamenti proposti alla Legge di Bilancio 2025 da parte dell'Associazione Vittime del Dovere ben dimostra come gli annunci e gli intenti siano in netto contrasto con i fatti.
I Servitori dello Stato che hanno sacrificato la propria vita o la propria salute durante il servizio continuano ad essere discriminati e a trovarsi in una posizione di svantaggio rispetto alle vittime del terrorismo, nonostante da quasi vent'anni la legge 266/2005 abbia sancito il principio di una progressiva equiparazione che trova riconoscimento e applicazione solamente nelle ormai numerose sentenze pronunciate dai tribunali in giudizi che le Vittime, o i loro superstiti, si vedono costrette a promuovere contro quello stesso Stato che hanno rappresentato con dedizione e orgoglio.
La storia delle Vittime del Dovere è una storia di sacrifici.
Queste donne e uomini in divisa, che hanno donato la loro esistenza per il bene comune, ricevono di fatto meno considerazione e supporto rispetto alle vittime del terrorismo. La distinzione tra queste due categorie risiede nel voler dare alla connotazione politica dei reati di sangue maggiore valenza intrinseca rispetto al ruolo di tutore della sicurezza della collettività.
Sociologicamente, la mancanza di equiparazione tra vittime del dovere e vittime del terrorismo può essere vista come un fallimento nel riconoscere il contributo fondamentale delle Forze dell'Ordine alla salvaguardia e alla stabilità della società.
La memoria collettiva tende a dimenticare coloro che, quotidianamente, mettono a rischio la loro vita per garantire il benessere pubblico.
Le Promesse sono state infrante.
L' attuale governo aveva esplicitamente promesso di sostenere le Forze dell'Ordine, ma gli emendamenti proposti alla Legge di Bilancio 2025 sono stati totalmente ignorati, ivi inclusi quelli senza costi, a dimostrazione di una resistenza di concetto prima ancora che una difficoltà di bilancio.
Queste proposte includevano:
• la completa equiparazione delle Vittime del Dovere alle vittime del terrorismo, con particolare attenzione ai superstiti e ai feriti con invalidità pari o superiore all’ 80%
• il finanziamento delle borse di studio per gli orfani e i figli degli invalidi
• l’effettivo riconoscimento delle tutele già previste dalla normativa in favore delle Vittime del Dovere
• Il rispetto delle disposizioni in tema di lavoro pubblico e privato in favore delle Vittime del Dovere
• l’istituzione di una Giornata in memoria delle Vittime del Dovere in data 2 giugno
• l’apposizione di una stele e la dedicazione di una sala museale presso il Vittoriano
• il riconoscimento di un’onorificenza di Vittima del Dovere
• l’approvazione di disposizioni di carattere fiscale in favore delle Vittime del Dovere
• la creazione di un tavolo di lavoro degli appartenenti alle Istituzioni, Vittime del Dovere, terrorismo e criminalità organizzata presso il Ministero della Giustizia
Le iniziative, qualora adottate, avrebbero rappresentato un passo significativo verso il riconoscimento del sacrificio delle Vittime del Dovere, tuttavia, sono rimaste ancora una volta inascoltate; non sono state ammesse nemmeno parzialmente.
È evidente che la propaganda stia diventando uno stratagemma per eludere ciò che sarebbe invece indispensabile fare con azioni concrete.
Non c’è stato spazio nemmeno per una programmazione degli interventi; nulla, come se queste istanze non esistessero.
Tutto ciò impone riflessioni sul tema del valore della vita umana e sul dovere dello Stato di proteggere e onorare coloro che servono la collettività.
Ignorare le richieste di queste Vittime significa svalutare moralmente la loro abnegazione. La necessità di un riconoscimento adeguato si rende indispensabile. È auspicabile un cambiamento urgente e significativo per garantire che queste Vittime ricevano il riconoscimento e il supporto che meritano.
Il buon proposito di progressiva equiparazione tra le vittime, sancito dalla legge 266/2005 per la progressiva equiparazione, ormai spegne la ventesima candelina!
Crediamo che questa prospettiva sia frustrante anche per chi indossa attualmente una divisa e si impegna con responsabilità per il nostro Paese.
Prendiamo atto che evidentemente esistono questioni di maggior interesse che leggeremo con curiosità nella Legge di Bilancio 2025 e che sono ritenute prioritarie rispetto alle tutele delle Vittime del Dovere.
Nelle scorse settimane avevamo inviato con fiducia una lettera al Presidente del Consiglio che renderemo nota, alle famiglie delle Vittime del Dovere, terrorismo e criminalitá organizzata, nostre iscritte, quando verrà formalmente approvata la Legge di Bilancio 2025, affinché siano consapevoli che l'Associazione, ancora una volta, ha profuso tutto il suo impegno per rappresentare l'importanza del sacrificio dei loro cari.
Borse di studio, collocamento obbligatorio, tavolo per le vittime e altre tutele riguardano anche le vittime del terrorismo, quindi anche le famiglie dei militari caduti che erano stati impiegati nelle missioni di pace in territori internazionali. Pertanto, quando verranno scambiati gli auguri nelle basi italiane all'estero è utile avere ben presente che l'Esecutivo non è riuscito a reperire neanche un milione di euro per le borse di studio per gli orfani e per i figli degli invalidi!
I primi benefici significativi a tutela delle famiglie li abbiamo ottenuti grazie al lavoro della nostra Associazione e vorremmo presto completare un'opera che alla luce dei recenti fatti non avrà un seguito a breve.
IL CONSIGLIO DIRETTIVO DELL'ASSOCIAZIONE VITTIME DEL DOVERE
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