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19 DICEMBRE 2013
MBNews.it - Serial killer evaso da permesso premio, Associazione monzese chiede interrogazione in Parlamento

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È rimasta orfana di padre perché questi, maresciallo dei carabinieri, è stato ucciso da un ergastolano in permesso premio. Si batte da anni con l’Associazione Vittime del Dovere, onlus nazionale riconosciuta dalle più alte cariche dello Stato, perché vengano tutelate le famiglie di appartenenti a forze armate e dell’ordine rimasti uccisi o invalidi in servizio. La fuga di Bartolomeo Gagliano, serial killer condannato all’ergastolo, fuggito durante un permesso premio, Emanuela Piantadosi ha inviato una richiesta di interrogazione parlamentare al Presidente della Commissione Giustizia On. Donatella Ferranti.

«Dopo aver ascoltato con attenzione il messaggio alle Camere tenuto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sulla questione carceraria, ritengo necessario precisare che ne condivido il contenuto, ma sono nettamente contraria all’applicazione di soluzioni emergenziali come indulto, amnistia o altre formule equivalenti all’azione di un “colpo di spugna” – dichiara Emanuela Piantadosi, attraverso un comunicato ufficiale dell’Associazione Vittime del Dovere – siamo impegnati da tempo per alimentare un dibattito costruttivo sulle tematiche riguardanti giustizia e legalità. Abbiamo vissuto sulla propria pelle gli effetti tragici di errate valutazioni sulla scarcerabilità di detenuti. Mio padre è stato ucciso proprio da un ergastolano in permesso premio». Gagliano è un siciliano di 55 anni, che a 30 ha commesso il suo primo omicidio, l’inizio di una lunga carriera da sanguinario serial killer. Ha ucciso la sua amante di 32 anni perché non voleva raccontasse la loro relazione all’allora fidanzata ufficiale. Lo hanno arrestato e lui è fuggito ripetutamente. Con un complice, conosciuto in cella, uccide poi un travestito, poi un transessuale ed infine ci prova con una prostituta, fortunatamente sopravvissuta. Arrestato e condannato, eccolo di nuovo fuori in permesso premio, dove ferma un povero automobilista, gli punta una pistola alla testa e si fa portare via. «Il sovraffollamento delle carceri si può risolvere solo costruendo nuove strutture carcerarie e ristrutturando i penitenziari esistenti – prosegue Piantadosi – Fino a quando non si affronterà la situazione in maniera “costruttiva”, la popolazione carceraria non avrà mai luoghi idonei dove essere collocata. E per certe tipologie di reato, bisogna riflettere sui permessi premio ed altre agevolazioni. Non bisogna perdere di vista le Vittime, e le potenziali altre vittime di chi è stato condannato per reati gravi, tali da valere una pena all’ergastolo. Sollecitiamo l’adozione di un’organica riforma del sistema dell’ordinamento penitenziario volto a garantire l’effettività della pena».

Scritto da Valentina Rigano

Tratto da MBnews.it

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