Chi dona la vita per gli altri resta per sempre
I nostri caduti

Il sito www.vittimedeldovere.it raccoglie le note biografiche, dei caduti e degli invalidi, appartenenti alle Forze dell’Ordine, Forze Armate e Magistratura, che sono state inoltrate e autorizzate, anche per quanto attiene al trattamento dei dati personali, dai familiari dei caduti oppure dal diretto interessato, invalido.

Le informazioni relative alle Vittime del Dovere, del terrorismo e della criminalità organizzata sono frutto di ricerche storiche, giornalistiche e amministrative di cui si citano sempre le fonti.

In larga misura, le biografie si compongono anche di notizie fornite direttamente dalle famiglie di chi ha dato la vita per lo Stato o dall’appartenente alle Istituzioni che ha perso la propria integrità fisica durante lo svolgimento dei compiti di servizio pubblico.

Le storie delle Vittime del Dovere vengono pubblicate con grande partecipazione, interesse e orgoglio, tuttavia, non forniscono alcuna garanzia di completezza o di precisione assoluta. Rappresentano un contributo importante per ricostruire la storia del nostro Paese e rendere onore alla memoria di uomini e donne che costituiscono il patrimonio etico della Nazione.

Ogni richiesta, precisazione ed integrazione dovrà essere indirizzata alla segreteria dell’Associazione Vittime del Dovere al seguente indirizzo segreteria@vittimedeldovere.it

Magistrato
Gaetano Costa

Palermo 6 agosto 1980

Costa fu assassinato dalla mafia il 6 agosto 1980. Alle 19:30, passeggiando da solo e a due passi da casa sua, fu freddato da sei colpi di pistola P38 sparatigli alle spalle da due killer scappati forse in moto o forse su una A112 trovata poi bruciata. Costa stava sfogliando dei libri su una bancarella;

Causa di quella spietata esecuzione, il fatto che egli avesse firmato personalmente la convalida dei mandati di cattura nei confronti del boss Rosario Spatola e di altri 54 dei suoi uomini che altri suoi colleghi (tra cui Giusto Sciacchitano) si erano rifiutati di firmare[9][10]. Infatti il clan mafioso Inzerillo-Spatola-Gambino-Di Maggio, cementato da alleanze, parentele e matrimoni, era accusato di gestire un grosso traffico di eroina con gli Stati Uniti e di reinvestire i proventi nell'edilizia ma anche di aver protetto la fuga in Sicilia del famoso bancarottiere Michele Sindona. Per quella indagine, Costa ricevette anche delle telefonate anonime che lo intimavano a "scarcerare i picciotti entro Natale".

Nessuno è stato condannato per la sua morte

fonte: wikipedia

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