Chi dona la vita per gli altri resta per sempre
I nostri caduti

Il sito www.vittimedeldovere.it raccoglie le note biografiche, dei caduti e degli invalidi, appartenenti alle Forze dell’Ordine, Forze Armate e Magistratura, che sono state inoltrate e autorizzate, anche per quanto attiene al trattamento dei dati personali, dai familiari dei caduti oppure dal diretto interessato, invalido.

Le informazioni relative alle Vittime del Dovere, del terrorismo e della criminalità organizzata sono frutto di ricerche storiche, giornalistiche e amministrative di cui si citano sempre le fonti.

In larga misura, le biografie si compongono anche di notizie fornite direttamente dalle famiglie di chi ha dato la vita per lo Stato o dall’appartenente alle Istituzioni che ha perso la propria integrità fisica durante lo svolgimento dei compiti di servizio pubblico.

Le storie delle Vittime del Dovere vengono pubblicate con grande partecipazione, interesse e orgoglio, tuttavia, non forniscono alcuna garanzia di completezza o di precisione assoluta. Rappresentano un contributo importante per ricostruire la storia del nostro Paese e rendere onore alla memoria di uomini e donne che costituiscono il patrimonio etico della Nazione.

Ogni richiesta, precisazione ed integrazione dovrà essere indirizzata alla segreteria dell’Associazione Vittime del Dovere al seguente indirizzo segreteria@vittimedeldovere.it

Brigadiere di Pubblica Sicurezza - Questura di Milano
Giovanni Mancini

Caduto il 31 agosto 1967

Venne assassinato il 31 Agosto da un uomo malato di mente che stava cercando di disarmare.

Mancini, capo equipaggio della Volante Genova della Questura di Milano insieme ad un secondo agente, era giunto nell'abitazione in via Segneri a Milano dopo una segnalazione da parte della moglie dell'uomo che aveva segnalato il fatto che questi era armato e minacciasse di morte alcune persone.

Il brigadiere Mancini e il suo collega una volta entrati nell'abitazione dell'uomo cercarono di disarmarlo della pistola Beretta calibro 22 da lui impugnata ma questi si scagliò contro gli agenti aprendo il fuoco sul brigadiere Mancini uccidendolo e cercando di assassinare anche il suo collega. I due lottarono corpo a corpo per dieci minuti, finchè in soccorso del poliziotto non giunse un vigile urbano. Entrambi riuscirono a bloccare e disarmare l'assassino.

L'omicida in seguito venne rinchiuso in un ospedale psichiatrico giudiziario.

Il Brigadiere Giovanni Mancini aveva combattuto durante la Seconda Guerra Mondiale in Africa Settentrionale come sottufficiale dell'Esercito Italiano.

Lasciò la moglie e tre figli.

Fonte Corriere della Sera

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