L’Associazione Vittime del Dovere si unisce al cordoglio per la prematura scomparsa del sommozzatore della Polizia di Stato Rosario Sanarico, morto all’età di di 52 anni sul fondale del fiume Brenta nel corso delle operazioni di recupero del corpo di Isabella Noventa, della quale si sono perse le tracce il 15 gennaio scorso. Rosario Sanarico sarebbe rimasto incastrato sul fondo del fiume mentre era in perlustrazione, in veste di sommozzatore in forza al centro nautico di La Spezia. Un imprevisto tra le acque torbide del corso d’acqua che si è rivelato fatale anche per un esperto come lui. L’ispettore superiore si è spento tra le braccia della moglie Antonella e dei figli Alessio e Annavera, con il conforto religioso del cappellano della Polizia di Stato don Ulisse Zaggia.
Rosario Sanarico, nato a Napoli il 10 ottobre del 1963 e in forza al nucleo sommozzatori del CNeS di La Spezia, era uno dei massimi esperti del settore. Nel corso della sua trentennale attività, aveva partecipato ad un gran numero d'interventi tra i quali i soccorsi del naufragio della Costa Concordia.
Tante le istituzioni che hanno inviato messaggi di cordoglio e solidarietà alla famiglia. Particolarmente sentito il cordoglio del capo della Polizia Alessandro Pansa: "È morto un operatore di grandissima bravura e di grandissima esperienza. Ho condiviso con lui anche la mia passione di subacqueo, facendo molte immersioni con l'ispettore che io chiamo ancora Sasà, perché questo era il nome che tutti quanti i suoi colleghi e i suoi amici usavano per lui. Era un uomo molto generoso, molto bravo e che probabilmente fidando troppo della sua bravura, della sua generosità ha messo a rischio la sua vita e ha dato la sua vita per il suo lavoro, per la sua divisa, per la sua attività nella quale credeva profondamente. Noi siamo vicinissimi alla famiglia"
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