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I nostri comunicati
15 GENNAIO 2010
Film sulla storia di Renato Vallanzasca: continua la vergognosa celebrazione ed esaltazione di criminali

Associazione Vittime del Dovere: siamo indignati ed amareggiati dall’ennesima dimostrazione di insensibilità per i familiari delle vittime.

In questi giorni siamo stati costretti a leggere, su un importante quotidiano nazionale, la celebrazione di un film che tratta di “un indiscusso eroe nazionale” dal nome di RENATO VALLANZASCA.
Veniamo addirittura umiliati nella nostra capacità di logica e ragionamento, allorquando il regista Michele Placido, che da sempre apprezziamo per le sue capacità artistiche, dichiara con quest’opera di voler "onorare le vittime".
Possiamo solo immaginare quanto si sentiranno onorati i familiari dei nostri poliziotti, barbaramente trucidati da questo criminale, qualora dovessero assistere alla proiezione di questo film. Così come si sono sentite ferite ed umiliate le famiglie di quelle vittime massacrate dai criminali protagonisti di storie, rivisitate talvolta anche in chiave romantica, che ultimamente popolano il piccolo e il grande schermo.
Dobbiamo nostro malgrado constatare che in una parte del panorama cinematografico italiano esiste una inquietante tendenza alla riproposizione delle gesta di assassini senza scrupoli. Tutto ciò porta all’inevitabile legittimazione di eroi negativi.

E' poi sconfortante prendere atto della totale assenza di sensibilità da parte di uomini di "cultura" che, pur sapendo del dolore dei familiari delle Vittime, cedono alle tentazioni del facile "successo" e non considerano che tale popolarità è costruita sul sangue di tante persone che credevano nello Stato Democratico e si sono battute per il rispetto delle regole e del vivere civile.
Cerchiamo di dire le cose come stanno: questa opera cinematografica rischia di rappresentare l’ennesima vergogna, l’ennesima celebrazione di personaggi ed eventi criminali, cui evidentemente, i produttori italiani non sanno rinunciare.
Noi familiari di Vittime del Dovere siamo in attesa di conoscere dal regista quale insegnamenti positivi verranno proposti agli spettatori e in particolare ai nostri giovani, considerando che il film parla della storia di un pluri-omicida, comunque rappresentato dal volto bello e rassicurante di un noto attore.
Gli antichi Greci dicevano: “Kalòs kai agatòs”. Bello e buono. Bene, non è questo il caso!
Ricordiamo che Renato Vallanzasca ha barbaramente e freddamente ucciso numerose persone, molte delle quali onesti servitori dello Stato, padri, mariti e figli esemplari.
E poi, come già qualcuno ha dichiarato, non ci si mascheri dietro al fatto che questo criminale sta comunque scontando la sua pena, come se questa condizione sia un merito e non un dovere verso la società.
Vorremmo, a tale proposito, fare la seguente riflessione: il criminale Vallanzasca non si è costituito, ma è stato arrestato da bravi poliziotti, altrimenti non starebbe scontando alcuna pena. Anzi, ha compiuto diversi tentativi di evasione dal carcere ed è effettivamente evaso numerose volte da bravo carcerato modello.

Imbarazzante ed inaccettabile è soprattutto la notizia che il film, a quanto riportato dallo stesso quotidiano, riceverebbe un contributo, non meglio quantificato, da Lombardia Film Commission, i cui soci fondatori sono: Regione Lombardia, Comune di Milano, Fondazione Cariplo, Unioncamere Lombardia e Fondazione Fiera Milano. Informazione in palese contraddizione rispetto a quanto dichiarato nello stesso articolo dall'Assessore alla Cultura del Comune di Milano Massimiliano Finazzer Flory che invece afferma: ".....non costerà un euro al contribuente…".
Chiediamo quindi ai dirigenti delle amministrazioni pubbliche e delle società fondatrici di Lombardia Film Commission di chiarire se effettivamente sia previsto, da parte di codesta fondazione no-profit, un finanziamento pubblico.
Vogliamo inoltre domandare a quanti intendano finanziare o abbiano finanziato opere cinematografiche di questo tipo, se lo avrebbero fatto ugualmente, pur avendo perso un figlio per mano di criminali come Vallanzasca e quelli come lui, i cui nomi non solo non meritano di essere celebrati, ma dovrebbero essere dimenticati e destinati al più definitivo degli oblii.

Pertanto ci permettiamo di estendere un invito al Comune di Milano, affinché ritiri il patrocinio a questo film o, in caso contrario, spieghi quale valore ritiene abbia l’autorevole appello che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha rivolto a tutti noi italiani il 9 maggio 2008 in occasione del Giorno della Memoria dedicato alle Vittime del Terrorismo:

...Chi abbia regolato i propri conti con la giustizia, ha il diritto di reinserirsi nella società, ma con discrezione e misura e mai dimenticando le sue responsabilità morali anche se non più penali. Così come non dovrebbero dimenticare le loro responsabilità morali tutti quanti abbiano contribuito a teorizzazioni aberranti e a campagne di odio e di violenza da cui sono scaturite le peggiori azioni terroristiche, o abbiano offerto al terrorismo motivazioni, attenuanti, coperture e indulgenze fatali.
Queste sono le ragioni per cui si doveva e si deve dar voce non a chi ha scatenato la violenza terroristica, ma a chi l'ha subita, a chi ne ha avuto la vita spezzata, ai familiari delle vittime e anche a quanti sono stati colpiti, feriti, sopravvivendo ma restando per sempre invalidati. ...Solo così, con questo rispetto per la memoria e con questa vicinanza alle persone che hanno sofferto, si potrà rendere davvero omaggio al sacrificio di tanti...

Per concludere, ci permettiamo di dare un modesto suggerimento agli sceneggiatori e ai produttori cinematografici italiani che sempre più spesso prendono spunto da soggetti che animano la cronaca nera: ascoltate il Capo dello Stato, date voce alle Vittime, leggete le loro storie e diffondete il loro esempio di coraggio ed abnegazione. Se la fantasia vi fa difetto, approfondite le testimonianze delle Vittime del Dovere, di uomini troppo spesso dimenticati e caduti nel silenzio più assoluto, servitori dello Stato, umili, ma nello stesso tempo grandi per l’esempio di generosità che li ha portati all’estremo sacrificio.
Storie di persone perbene che a nessuno viene in mente di rappresentare e che vivono solo nei ricordi dei loro cari. Celebrate quelle vite. Quelle sì, con i soldi pubblici.

L’Associazione Vittime del Dovere si riserva una volta esaminato il film, di valutare attentamente, qualora se ne riscontrassero i presupposti, di intraprendere eventuali azioni legali a tutela dei diritti dei propri associati e in generale di tutte le Vittime del Dovere.

Il Presidente
ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO ONLUS VITTIME DEL DOVERE
Emanuela Piantadosi

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