L’Associazione Vittime del Dovere fin dall’inizio del procedimento penale ha voluto far sentire la propria vicinanza ai familiari del vice Brigadiere Mario Cerciello Rega, vittima di una furia omicida che gli ha tolto la vita il 26 luglio 2019.
In data odierna, purtroppo, apprendiamo in modo del tutto inaspettato, che la Corte di Assise di Appello di Roma ha disposto la misura degli arresti domiciliari in favore di Gabriel Christian Natale Hjorth presso l’abitazione della nonna.
Mai ci saremmo aspettati una tale decisione emessa addirittura prima del deposito delle motivazioni della sentenza che ha trasformato l’ergastolo comminato nel processo di primo grado, in una pena di 11 anni e 4 mesi di reclusione. Peraltro, la misura degli arresti domiciliari è stata disposta senza nemmeno prevedere alcun risarcimento del danno in favore delle parti civili, in particolare dei familiari, distrutti dal dolore di questo delitto così efferato.
Vengono, invece, disposti gli arresti domiciliari che lasciano attoniti, soprattutto ove si volesse paragonare tale decisione con altre adottate in casi analoghi.
Inoltre, si legge nel provvedimento, la Procura Generale aveva dato parere negativo. Per tale motivo auspichiamo che la stessa Procura Generale della Repubblica voglia adottare le azioni che riterrà opportune.
È necessario inoltre evidenziare che i familiari delle vittime di reato sono definiti “vittime secondarie”, poiché si riconosce come il trauma, conseguente alla perdita improvvisa del proprio caro e che non lascia il tempo di abituarsi al cambiamento che impone, sia portatore di ripercussioni fisiche e morali susseguenti al detrimento patito dalle vittime dirette.
Questo è il baratro di tragedia in cui vivono i parenti delle vittime e su cui riteniamo debba essere puntata l’attenzione della collettività intera. In tutto questo è precipitata cinque anni fa Rosa Maria Esilio, vedova di Mario, la cui unica residua consolazione era la Giustizia.
Purtroppo, va detto, senza falsi moralismi, che l’inatteso sconto di pena per i due imputati, prima, e gli arresti domiciliari per uno dei due, poi, rappresentano senz’altro un ulteriore motivo di dolore e l’ennesimo episodio di vittimizzazione secondaria.
“Chi si occupa di tutelare i diritti delle vittime di reato? Vogliamo un sistema penale che tuteli anche le vittime.” ha dichiarato il Presidente dell’Associazione Vittime del Dovere Emanuela Piantadosi.
ASSOCIAZIONE VITTIME DEL DOVERE
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