30 anni dall’omicidio eccellente
“La mafia non ha vinto”: Mario D’Aleo è ancora tra noi…
… la mafia ha i giorni contati… questo il messaggio del libro.
È uscito il 22 giugno 2013 il libro commemorativo: PER SEMPRE FEDELE
Parte del ricavato del libro, sarà devoluto in beneficenza all'Associazione Vittime del Dovere per la costituzione di una borsa di studio destinata ad un orfano di un appartenente alle Forze dell'Ordine o Forze Armate e per sostenere le attività dell’Associazione.
Il Capitano dei Carabinieri Mario D’Aleo era un uomo determinato, un militare appassionato, una persona entusiasta della vita.
La mafia lo ha ucciso il 13 giugno 1983, mentre stava scendendo dall’auto sotto casa della fidanzata. Insieme a lui, colpiti alle spalle da una scarica di proiettili, sono morti anche l’Appuntato Giuseppe Bommarito ed il carabiniere Pietro Morici.
D’Aleo, vittima del dovere, è morto perché stava indagando sulle famiglie Brusca e Riina, all’epoca impegnate nella scalata ai vertici di Cosa Nostra in quel percorso che porterà alla c.d. seconda guerra di Mafia. Probabilmente la strage di Capaci, dove è morto il Giudice Falcone con la moglie e la sua scorta, non sarebbe stato uno dei fatti più gravi della storia d’Italia: se solo gli avessero consentito di portare a termine il suo lavoro.
Il Capitano Mario D’Aleo, a soli 29 anni, lottava per combattere il cancro più feroce del nostro Paese senza curarsi delle minacce e della diffidenza di un popolo ancora, purtroppo, soggiogato alla dominazione mafiosa. Allo scopo di scovare Riina, già latitante, arrestò un giovanissimo Giovanni Brusca, che secondo le sue indagini stava nascondendo il boss con la complicità della sua famiglia.
D’Aleo ha fatto ciò che tutti si aspetterebbero di vedergli fare, ma che in realtà non tutti fanno: combattere fino alla morte.
Gli autori del romanzo-diario, partendo dai fatti racchiusi nella sentenza del processo dei suoi assassini e dalle testimonianze di chi lo ha conosciuto, hanno ricostruito la sua vita, i suoi turbamenti, le sue emozioni, per dare conto di quanto “uomo” ci sia in ogni persona che intraprende una strada ed una professione difficile.
“Mario D’Aleo era un uomo dotato di grande intuito investigativo, capace di ascoltare le persone ed i suoi collaboratori – dichiara la coautrice - non si lasciava intimorire dalla mancanza di consensi ed allo stesso modo non si lasciava lusingare dalle lodi. Abbiamo avvertito i brividi sulla pelle, in ogni singola persona che ci ha parlato di lui”.
Questo libro, scritto in forma di diario, vuole trasmettere il significato più pieno del concetto “Per sempre fedele”.
“È il giuramento dei carabinieri – conclude Rigano – ma non è per questo che lo abbiamo scelto. In queste parole è racchiusa l’importanza di rimanere fedeli a se stessi. Di essere ciò che si è e seguire la propria indole ed il proprio intuito, senza cedere alle lusinghe di compromessi capaci di portarci lontano dalla nostra strada e di renderci infelici”.
Il libro vuole raccontare il punto di vista di un uomo, un carabiniere, ucciso dalla mafia; punto di vista che la mafia non gli ha consentito di dare perché lo ha “preso” alle spalle, ma che i suoi atti, i suoi documenti e le sue fotografie hanno reso più eloquenti di qualsiasi racconto.
Nota sugli autori
Valentina Rigano, giornalista pubblicista, collabora con agenzie e testate nazionali e locali, ha abbracciato il progetto del Capitano dei Carabinieri Marco D’Aleo, nipote di Mario D’Aleo, di scrivere insieme un diario che potesse dare vita ad un’indagine introspettiva.
Valentina Rigano – Marco D’Aleo
PER SEMPRE FEDELE
Virtuosa-mente 2013
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