Negli ultimi dieci anni il costo del sistema penitenziario è stato di circa 25 miliardi di euro.
Una cifra impressionante se pensiamo alle difficoltà con cui il Governo sta cercando di reperire qualche centinaio di milioni per scongiurare l’IMU.
Purtroppo scopriamo che nonostante questa spesa, tutt’altro che trascurabile e totalmente improduttiva, non solo veniamo regolarmente condannati dall’Europa e dalle organizzazioni umanitarie per il modo incivile in cui trattiamo i detenuti, ma non siamo neppure in grado di valutare se un detenuto sia o non sia pericoloso e quindi in grado di nuocere se rimesso in libertà. Il caso odierno del serial killer Bartolemeo Gagliano, ergastolano in permesso premio, resosi fuggitivo ne è un esempio.
In queste condizioni vengono proposte soluzioni quali l'indulto, i cui effetti risultano storicamente temporanei e l'amnistia, provvedimento imbarazzante, per uno Stato che voglia risultare credibile, oltre che anacronistico nell’epoca della geo-localizzazione e dei gps, tecniche che al costo di pochi euro, se applicate intelligentemente, consentono di rintracciare chiunque con relativa facilità.
Ho vissuto sulla mia pelle il fallimento di un buonismo che, quando applicato a detenuti per fatti gravissimi, genera solo costi e rischi per la società e per chi deve proteggerla.
Lo ripetiamo ancora una volta e senza stancarci, l’ergastolo va applicato o il Governo si prenda la responsabilità di abolirlo. Le pene, quando sono comminate in via definitiva, vanno scontate, tutte e fino in fondo, come io sconto la mia, senza appello e senza speranza.
Emanuela Piantadosi
Orfana del Maresciallo dei Carabinieri Stefano Piantadosi ucciso ad Opera (MI) il 15 giugno 1980 da un ergastolano in permesso premio
Presidente Associazione Vittime del Dovere
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