Da anni l'Associazione Vittime del Dovere si batte perché la distinzione ingiusta e incoerente tra vittime in ragione del carnefice sia definitivamente abbandonata.
La categoria originaria delle "vittime del dovere" (Regio Decreto Legge 261/1921) è stata prima affiancata (Legge 466/1980) dalla categoria delle "vittime del terrorismo" e delle "vittime della criminalità organizzata" per poi essere sorpassata in termini di tutela (Legge 206/20014) fino a giungere al processo inverso, di progressiva estensione dei particolari benefici riconosciuti alle altre categorie.
In uno Stato di diritto è imprescindibile che i rappresentanti delle Istituzioni, che sacrificano le loro vite e la loro integrità per il bene della collettività, vengano adeguatamente tutelati.
Negli anni si sono succeduti interventi limitati e parziali di equiparazione che hanno causato differenze tra Vittime, creando gruppi e sottogruppi, e difficoltà applicative che, di fatto, rendono difficile l'effettiva fruizione dei benefici riconosciuti.
Con la presentazione dei disegni di legge cerchiamo di porre un ulteriore tassello sul lungo percorso intrapreso dall'Associazione.
Le proposte di legge da noi richieste, presentate e che si sono succedute negli anni hanno lo scopo di definire la completa equiparazione tra Vittime, dopo oltre dieci anni dalla promessa di "progressiva" equiparazione sancita nella Legge 266 del 2005.
MATTEO SALVINI E LUIGI DI MAIO DEVONO SPIEGARE ALLE FAMIGLIE DELLE VITTIME DEL DOVERE PERCHE’ ANCHE QUESTO GOVERNO LE COSTRINGE A FARE CAUSA CONTRO QUELLO STESSO STATO PER CUI I LORO CARI HANNO DATO LA VITA
Matteo Salvini e Luigi Di Maio devono spiegare il giorno di Natale alle famiglie delle Vittime del Dovere, che piangono sedie vuote, perché anche questo Governo le costringe, per avere giustizia, a fare causa contro quello stesso Stato in nome del quale i loro cari sono stati trucidati.
La legge di Bilancio 2019 non ha approvato gli emendamenti che alcuni parlamentari sensibili al tema avevano proposto per superare l’assurda e annosa sperequazione che esiste tra vittime. In particolare due emendamenti riguardavano il diritto al collocamento obbligatorio, che per lo più viene disatteso, e un risarcimento mensile che granitica giurisprudenza riconosce a chi fa causa contro lo Stato.
La nostra Associazione ha fatto riunioni, ha partecipato a tavoli tecnici, ha scritto relazioni per il Ministero Interno, Lavoro, Difesa, Economia, Giustizia e Funzione Pubblica sottolineando gli innegabili risvolti positivi per l’intera collettività derivanti dall’approvazione di tali provvedimenti.
Perché questi provvedimenti, paradossalmente, non sono una spesa ma un risparmio!
In primo luogo inserendoli nella legge di Bilancio 2019 si sarebbe evitata alle famiglie delle Vittime l’umiliazione di attivare ed affrontare un paradossale procedimento giudiziario contro lo Stato stesso.
Inoltre ciò avrebbe comportato un evidente risparmio economico in termini di spese di giudizio nel caso della ormai costante soccombenza dello Stato. Preciso che, ad oggi, le sentenze a favore delle vittime rappresentano il 100% delle cause, stante l’intervento della Corte di Cassazione a Sezioni Unite.
Conseguentemente l'eliminazione di procedimenti avrebbe ridotto anche il carico giudiziario che impegna già grandemente la giurisdizione ordinaria e amministrativa, dato l’alto numero di cause ancora pendenti e di quelle che le Vittime e/o i loro superstiti saranno ancora costretti a promuovere.
Inoltre è stato chiesto espressamente al Governo di diffondere un comunicato stampa che evidenziasse, in linea con i dichiarati propositi dell’Esecutivo, l’utilizzo dei fondi del FUG Fondo Unico Giustizia, alimentato dalle confische di beni alle mafie, per far fronte alle coperture economiche degli emendamenti alla legge di Bilancio 2019 riguardanti i risarcimenti delle Vittime del Dovere che si sono sacrificate a costo della propria vita nella lotta contro la criminalità.
Quanto alla rimodulazione delle norme sul collocamento mirato si voleva garantire alle Vittime una possibilità di impiego rispettosa della preparazione culturale e professionale del singolo, come già avviene per i testimoni di giustizia, oltre ad impegnare il settore pubblico e privato ad un modus operandi trasparente, chiaro e sanzionatorio in caso delle ormai conclamate inadempienze. Oltre a sollecitare una verifica degli stessi centri dell’impiego che avrebbero il compito di sorvegliare ma che di fatto sono inerti.
Siamo alla vigilia di Natale e ora il Governo ci deve spiegare il perché di queste scelte assurde che mortificano le nostre famiglie e danneggiano le tasche degli Italiani.
In caso contrario invitiamo l’Esecutivo a risparmiare risorse e discorsi in occasione di commemorazioni o funerali di Stato dei cosiddetti “eroi della Nazione”, ovvero degli appartenenti alle Forze dell’Ordine, Forze Armate, Magistratura, rappresentanti delle Istituzioni, caduti servendo la Patria; augurandoci, comunque, che di esequie di Stato non ve ne siano mai più, anche perché, purtroppo, noi ne conosciamo il dolore e ora anche le umiliazioni……
Emanuela Piantadosi
Presidente Associazione Vittime del Dovere
Figlia del Maresciallo dei Carabinieri Stefano Piantadosi M.O.M.C. ucciso ad Opera (MI) il 15/6/1980 da un ergastolano in permesso premio
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