Da anni l'Associazione Vittime del Dovere si batte perché la distinzione ingiusta e incoerente tra vittime in ragione del carnefice sia definitivamente abbandonata.
La categoria originaria delle "vittime del dovere" (Regio Decreto Legge 261/1921) è stata prima affiancata (Legge 466/1980) dalla categoria delle "vittime del terrorismo" e delle "vittime della criminalità organizzata" per poi essere sorpassata in termini di tutela (Legge 206/20014) fino a giungere al processo inverso, di progressiva estensione dei particolari benefici riconosciuti alle altre categorie.
In uno Stato di diritto è imprescindibile che i rappresentanti delle Istituzioni, che sacrificano le loro vite e la loro integrità per il bene della collettività, vengano adeguatamente tutelati.
Negli anni si sono succeduti interventi limitati e parziali di equiparazione che hanno causato differenze tra Vittime, creando gruppi e sottogruppi, e difficoltà applicative che, di fatto, rendono difficile l'effettiva fruizione dei benefici riconosciuti.
Con la presentazione dei disegni di legge cerchiamo di porre un ulteriore tassello sul lungo percorso intrapreso dall'Associazione.
Le proposte di legge da noi richieste, presentate e che si sono succedute negli anni hanno lo scopo di definire la completa equiparazione tra Vittime, dopo oltre dieci anni dalla promessa di "progressiva" equiparazione sancita nella Legge 266 del 2005.
Festa della Repubblica, invitiamo il Ministro della Difesa Elisabetta Trenta a dare seguito alle Sue dichiarazioni di concreta vicinanza alle Vittime del Dovere, affinchè il Governo e tutto il Parlamento ufficializzino la giornata del 2 giugno come ricorrenza in cui si ricordano anche i numerosi eroi, servitori dello Stato caduti o rimasti invalidi, che rappresentano il patrimonio etico della nostra Nazione.
Gentile Ministro Dott.ssa Elisabetta Trenta,
l’Associazione Vittime del Dovere ha accolto con grande favore le Sue parole in occasione del question time in Senato del 30 maggio 2019 sulla Festa della Repubblica celebrata in data 2 giugno. (...) La festa della Repubblica è la festa di tutti i cittadini e di tutti i militari che rappresentano la Repubblica e i valori di unità che essa sottende. Per tale motivo, come parte essenziale della Repubblica, i militari rappresentano l'incarnazione stessa dei principi e dei valori costitutivi dello Stato. Il concetto di inclusione è interno alla difesa. Inclusione vuol dire considerare come parte integrante della compagine difesa tutti i militari che hanno rischiato la vita per il servizio e che, ad esempio, si sono ammalati a seguito del loro impiego nei teatri operativi. Questi militari per tanto tempo non hanno trovato un riconoscimento formale e solo ora, finalmente, si sta facendo chiarezza sulla genesi delle patologie collegate all'esposizione ad agenti nocivi, con il preciso intento di ridurre al minimo, se non addirittura eliminare, ogni fattore di rischio per la salute dei militari impiegati (....).
L'occasione di questa ricorrenza così speciale per la storia della Repubblica mi ha imposto di tenere tutti nella loro debita considerazione, affinché nessuno, nella difesa, debba rimanere indietro. Per tale motivo, nel corso della sfilata avremo con noi rappresentanti delle vittime del dovere e delle famiglie di coloro che sono caduti per il bene della Patria(..).
La nostra organizzazione di volontariato rappresenta e tutela circa 500 famiglie di servitori delle Repubblica, caduti o rimasti invalidi nell’espletamento dei propri compiti istituzionali. Noi siamo orfani, vedove invalidi e genitori di appartenenti alle Forze dell’Ordine, Forze Armate e Magistratura, caduti o rimasti invalidi nel contrasto alla criminalità comune, alla criminalità organizzata e al terrorismo.
Alla luce del Suo sentito intervento e in vista della celebrazione nazionale della Fondazione della Repubblica ci preme ricordare che lo scorso 24 gennaio 2019 è stato presentato il disegno di legge “Estensione alle vittime del dovere dei benefici riconosciuti alle vittime del terrorismo” a firma del Sen. Gianmarco Corbetta, il quale ha accolto con grande sensibilità la nostra proposta di equiparazione come primo firmatario della legge, sottoscritta anche dalla Sen. Daisy Pirovano. Il provvedimento purtroppo ad oggi non ha ancora iniziato la discussione parlamentare, pertanto riteniamo che sia importante dare seguito concretamente alla solidarietà per le vittime espressa da Lei, Signor Ministro, appoggiando e promuovendo questo disegno di legge che permetterebbe di sanare quella ingiusta discriminazione che penalizza i familiari di chi non si è risparmiato per la Patria e con consapevolezza si è immolato per il bene comune. Auspichiamo il sostegno di tutto il Parlamento e di tutto il Governo, senza il quale questa battaglia di giustizia e di riconoscimento morale non potrà mai essere vinta.
Con l’approvazione di questo provvedimento finalmente verrebbe istituita, in occasione del 2 giugno, una giornata che finalmente ricorda il sacrificio di chi ha versato il proprio sangue in territorio nazionale.
L’articolo 2 del testo del disegno di legge prevede:
(Istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime del dovere) 1. La Repubblica riconosce il due giugno quale «Giornata nazionale in memoria delle vittime del dovere», considerata solennità civile ai sensi dell'articolo 3 della legge 27 maggio 1949, n. 260. Essa non determina riduzioni dell'orario di lavoro degli uffici pubblici né, qualora cada in giorno feriale, costituisce giorno di vacanza o comporta riduzione di orario per le scuole di ogni ordine e grado, ai sensi degli articoli 2 e 3 della legge 5 marzo 1977, n. 54. 2. Le amministrazioni pubbliche, in occasione della Giornata di cui al comma 1, possono organizzare cerimonie commemorative e celebrative e possono favorire, in particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, la promozione e l'organizzazione di studi, di convegni e di momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione su quanto accaduto e sul valore del sacrificio delle vittime del dovere. 3. Dall'attuazione del presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
Ministro, sono certa che la coerenza e l’onestà intellettuale di quanti fanno politica seriamente e che si commuovono con sincerità e partecipazione in occasione delle esequie e cerimonie commemorative dei nostri familiari, possa dare i frutti sperati anche solo per dare un esempio positivo alle giovani generazioni troppo interessate all’individualismo e meno alla generosità e al bene comune, valori testimoniati tangibilmente invece con altruismo dai nostri cari.
Saluto con speranzosa cordialità.
Emanuela Piantadosi
Figlia del Maresciallo dei Carabinieri Stefano Piantadosi MOMC ucciso ad Opera (MI) il 15/6/1980 da un ergastolano in permesso premio
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