Da anni l'Associazione Vittime del Dovere si batte perché la distinzione ingiusta e incoerente tra vittime in ragione del carnefice sia definitivamente abbandonata.
La categoria originaria delle "vittime del dovere" (Regio Decreto Legge 261/1921) è stata prima affiancata (Legge 466/1980) dalla categoria delle "vittime del terrorismo" e delle "vittime della criminalità organizzata" per poi essere sorpassata in termini di tutela (Legge 206/20014) fino a giungere al processo inverso, di progressiva estensione dei particolari benefici riconosciuti alle altre categorie.
In uno Stato di diritto è imprescindibile che i rappresentanti delle Istituzioni, che sacrificano le loro vite e la loro integrità per il bene della collettività, vengano adeguatamente tutelati.
Negli anni si sono succeduti interventi limitati e parziali di equiparazione che hanno causato differenze tra Vittime, creando gruppi e sottogruppi, e difficoltà applicative che, di fatto, rendono difficile l'effettiva fruizione dei benefici riconosciuti.
Con la presentazione dei disegni di legge cerchiamo di porre un ulteriore tassello sul lungo percorso intrapreso dall'Associazione.
Le proposte di legge da noi richieste, presentate e che si sono succedute negli anni hanno lo scopo di definire la completa equiparazione tra Vittime, dopo oltre dieci anni dalla promessa di "progressiva" equiparazione sancita nella Legge 266 del 2005.
16:54 (AGI) - Roma, 12 dic. - "In queste giornate strategiche, dove si sta definendo la manovra economica del nostro Paese, tra contrattazioni, scambi e baratti, la politica italiana manifesta il vuoto di tutta la propria essenza: nessuna programmazione di lungo respiro, l’assordante silenzio circa gli impegni assunti, l’assenza di un’analisi dei bisogni effettivi e la mancata valutazione di risposte concrete". Lo afferma in una nota Emanuela Piantadosi, presidente dell'associazione Vittime del Dovere.
"Conta solo - aggiunge - chi ha strumenti, numeri, potere per fare pressioni mirate e azioni di forza. Ed ecco, come puntualmente accade ogni anno, dopo incontri strappati, documenti enciclopedici, telefonate reiterate, il tema dell’inaccettabile discriminazione operata ai danni delle vittime del Dovere, viene ancora una volta eclissata dal Governo e dai 'mandarini' dei ministeri. A nulla valgono le promesse dei politici durante i colloqui, le strette di mano, i loro impegni urlati ai telegiornali, i buoni propositi scritti nei comunicati stampa dalle loro segreterie particolari. Le ragioni dei numeri, della quadratura dei bilanci, la mancanza atavica di fondi negati alle vittime del dovere, ma misteriosamente e puntualmente recuperati all’ultimo minuto, per gli amici degli amici, per le cause più assurde ed insignificanti, seppelliscono sempre più in fondo la dignità, la compostezza, l’eroismo di chi ha dato la vita per lo Stato e nella nuda terra giace". (AGI)
RED/SIM
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