Da anni l'Associazione Vittime del Dovere si batte perché la distinzione ingiusta e incoerente tra vittime in ragione del carnefice sia definitivamente abbandonata.
La categoria originaria delle "vittime del dovere" (Regio Decreto Legge 261/1921) è stata prima affiancata (Legge 466/1980) dalla categoria delle "vittime del terrorismo" e delle "vittime della criminalità organizzata" per poi essere sorpassata in termini di tutela (Legge 206/20014) fino a giungere al processo inverso, di progressiva estensione dei particolari benefici riconosciuti alle altre categorie.
In uno Stato di diritto è imprescindibile che i rappresentanti delle Istituzioni, che sacrificano le loro vite e la loro integrità per il bene della collettività, vengano adeguatamente tutelati.
Negli anni si sono succeduti interventi limitati e parziali di equiparazione che hanno causato differenze tra Vittime, creando gruppi e sottogruppi, e difficoltà applicative che, di fatto, rendono difficile l'effettiva fruizione dei benefici riconosciuti.
Con la presentazione dei disegni di legge cerchiamo di porre un ulteriore tassello sul lungo percorso intrapreso dall'Associazione.
Le proposte di legge da noi richieste, presentate e che si sono succedute negli anni hanno lo scopo di definire la completa equiparazione tra Vittime, dopo oltre dieci anni dalla promessa di "progressiva" equiparazione sancita nella Legge 266 del 2005.
(ANSA) - ROMA, 30 APR - In occasione della Festa del primo maggio, l'Associazione Vittime del Dovere in onore di tutti i lavoratori ed in particolar modo delle Vittime del Dovere invalide e dei familiari di caduti, ha deciso di presentare alla Procura Regionale presso la Corte dei Conti del Lazio un esposto in merito alla gestione delle quote di riserva nei numerosi concorsi pubblici indetti in questi anni, ritenendo configurabile un eventuale danno erariale.
L'Associazione, è detto in una nota, ha "avuto modo di riscontrare, ancorché nel tempo siano intervenuti atti amministrativi volti a chiarie la normativa di settore, un quadro di disapplicazione delle norme riferibili alle procedure di assunzione delle categorie protette da parte delle pubbliche amministrazioni".
Tra le categorie protette rientranti nella riserva dell'1% (diversa e coesistente con quella pari al 7% riservata ai soggetti disabili) "vanno ricomprese, oltre alle Vittime del dovere, terrorismo e criminalità organizzata, anche le vittime del servizio, del lavoro, gli orfani di violenza familiare, di guerra, i profughi, nonché da ultimo i medici e il personale sanitario deceduto o reso invalido dal Covid 19".
Fino ad ora l'Associazione ha fornito pronta collaborazione alle Istituzioni e agli Enti pubblici, anche formulando proposte o quesiti in merito alla corretta applicazione della normativa vigente e intervenendo a più riprese con proposte di legge, emendamenti e audizioni presso le commissioni parlamentari.
L'unico positivo riscontro da parte di alcuni esponenti politici è giunto con l'approvazione di un Odg (G/1586 Sez.I/1/1 del Sen.
Corbetta) del 12 novembre 2019 che "impegna il Governo a porre in essere ogni iniziativa di propria competenza affinché siano garantite le assunzioni obbligatorie delle categorie protette sia presso le amministrazioni pubbliche sia nel settore privato, rispettando per qualifica e funzioni il titolo di studio e le professionalità possedute". (ANSA).
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