Da anni l'Associazione Vittime del Dovere si batte perché la distinzione ingiusta e incoerente tra vittime in ragione del carnefice sia definitivamente abbandonata.
La categoria originaria delle "vittime del dovere" (Regio Decreto Legge 261/1921) è stata prima affiancata (Legge 466/1980) dalla categoria delle "vittime del terrorismo" e delle "vittime della criminalità organizzata" per poi essere sorpassata in termini di tutela (Legge 206/20014) fino a giungere al processo inverso, di progressiva estensione dei particolari benefici riconosciuti alle altre categorie.
In uno Stato di diritto è imprescindibile che i rappresentanti delle Istituzioni, che sacrificano le loro vite e la loro integrità per il bene della collettività, vengano adeguatamente tutelati.
Negli anni si sono succeduti interventi limitati e parziali di equiparazione che hanno causato differenze tra Vittime, creando gruppi e sottogruppi, e difficoltà applicative che, di fatto, rendono difficile l'effettiva fruizione dei benefici riconosciuti.
Con la presentazione dei disegni di legge cerchiamo di porre un ulteriore tassello sul lungo percorso intrapreso dall'Associazione.
Le proposte di legge da noi richieste, presentate e che si sono succedute negli anni hanno lo scopo di definire la completa equiparazione tra Vittime, dopo oltre dieci anni dalla promessa di "progressiva" equiparazione sancita nella Legge 266 del 2005.
Associazione Vittime del Dovere: Presidente Onlus ha scritto una lettera a Giorgia
Meloni
MONZA, Dec 23 ANSA -
"L' attuale Governo aveva promesso di sostenere le Forze dell'ordine e le famiglie di chi ha perso la vita per servire lo Stato, soprattutto in campagna elettorale, ma gli emendamenti proposti alla Legge di Bilancio 2025 sono stati totalmente ignorati, disattendendo le promesse fatte, inclusi quelli senza costi, a dimostrazione di una resistenza di concetto prima ancora che una difficoltà di bilancio”.
Queste le parole di Emanuela Piantadosi, presidente dell’Associazione Vittime
del Dovere, Onlus nazionale con sede a Monza che tutela i familiari delle forze armate, dell'ordine e magistratura rimasti uccisi in servizio o invalidi, contenute in una lettera inviata alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
"I Servitori dello Stato che hanno sacrificato la propria vita o la propria salute durante il servizio continuano ad essere discriminati - ha scritto Piantadosi- e a trovarsi in una posizione di svantaggio rispetto alle vittime del terrorismo, nonostante da quasi ventanni la legge 266/2005
abbia sancito il principio di una progressiva
equiparazione che trova riconoscimento - ha aggiunto - solamente nelle ormai numerose sentenze pronunciate dai tribunali in giudizi chele Vittime, o i loro superstiti, si vedono costrette a
promuovere contro quello stesso Stato che
hanno rappresentato con dedizione e orgoglio".
"Dopo ben due Leggi di Bilancio approvate dal Parlamento, era nostra convinzione che alla terza occasione ci fosse finalmente un chiaro riscontro da parte del Governo - ha continuato la presidente della Onlus - purtroppo l'esito degli emendamenti proposti da parte dell'Associazione Vittime del Dovere ben dimostra come gli annunci e gli intenti siano in netto contrasto con i fatti".
(ANSA)
YZN/EM/TEO
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