Chi dona la vita per gli altri resta per sempre
Equiparazione Vittime

Da anni l'Associazione Vittime del Dovere si batte perché la distinzione ingiusta e incoerente tra vittime in ragione del carnefice sia definitivamente abbandonata.
La categoria originaria delle "vittime del dovere" (Regio Decreto Legge 261/1921) è stata prima affiancata (Legge 466/1980) dalla categoria delle "vittime del terrorismo" e delle "vittime della criminalità organizzata" per poi essere sorpassata in termini di tutela (Legge 206/20014) fino a giungere al processo inverso, di progressiva estensione dei particolari benefici riconosciuti alle altre categorie.
In uno Stato di diritto è imprescindibile che i rappresentanti delle Istituzioni, che sacrificano le loro vite e la loro integrità per il bene della collettività, vengano adeguatamente tutelati.
Negli anni si sono succeduti interventi limitati e parziali di equiparazione che hanno causato differenze tra Vittime, creando gruppi e sottogruppi, e difficoltà applicative che, di fatto, rendono difficile l'effettiva fruizione dei benefici riconosciuti.
Con la presentazione dei disegni di legge cerchiamo di porre un ulteriore tassello sul lungo percorso intrapreso dall'Associazione.
Le proposte di legge da noi richieste, presentate e che si sono succedute negli anni hanno lo scopo di definire la completa equiparazione tra Vittime, dopo oltre dieci anni dalla promessa di "progressiva" equiparazione sancita nella Legge 266 del 2005.

27 DICEMBRE 2013
CONSIGLIO DI STATO: NO ALLA DISCRIMINAZIONE PER LE VITTIME DEL DOVERE

L’Associazione Vittime del Dovere da molti anni si batte affinché la legislazione italiana elimini le discriminazioni esistenti relative alle differenti tutele previste per i servitori dello Stato che, indossando una divisa, sono caduti o rimasti invalidi per mano della criminalità comune, organizzata o del terrorismo.

Oggi l’Associazione comunica con grande soddisfazione che il Consiglio di Stato, con due sentenze pubblicate il 20 dicembre 2013, ha rimosso una grave sperequazione tra le Vittime del dovere e le Vittime del terrorismo, tuttora concretamente esistente nonostante il principio di totale equiparazione fissato dalla legge. Infatti il Consiglio di Stato, nel giudizio di ottemperanza promosso da due nostri Associati, entrambi assistiti dall’Avv. Andrea Bava che da tempo collabora con l’Associazione Vittime del Dovere, si è espresso sulla questione concernente l’assegno vitalizio di cui all’art. 2 Legge 407/98 e all’effettiva portata limitativa del DPR 243/2006.

Ricordiamo, infatti, che l’assegno vitalizio di cui all’art. 2 Legge 407/98, dell’importo di 500 euro oltre le perequazioni, è stato esteso alle Vittime del Dovere, ma è corrisposto a esse nella misura di € 258,00, soggetti a perequazione automatica, in forza del dato testuale del DPR 243/2006 ("assegno vitalizio, nella misura originaria prevista di 500 mila lire, pari ora a 258,23 euro, soggetta a perequazione annua, di cui all'articolo 2, commi 1, 1-bis, 2 e 4").

Tuttavia con le due citate sentenze il Consiglio di Stato ha per la prima volta stabilito che il DPR 243/2006 non poteva modificare in senso restrittivo l’ambito dei soggetti destinatari dei benefici in questione, e nemmeno la misura dell’assegno di cui all’art. 2 Legge 407/98, impedendone l’adeguamento in € 500,00. Il supremo organo della Giustizia Amministrativa ha rilevato che una diversa applicazione della norma comporterebbe “una ingiustificata disparità di trattamento tra categorie di soggetti posti sullo stesso piano in relazione alle conseguenze fisiche di tipo negativo riportate in occasione di eventi di violenza comune e terroristica”.

La decisione, se applicata dalle amministrazioni competenti, comporterà non solo l’innalzamento dell’assegno mensile, ma anche l’erogazione dei dovuti arretrati per tutta la platea degli interessati.

Siamo moltofelici per l’importante risultato raggiunto, nello stesso tempo ci rammarichiamo per essere stati costretti a vedere riconosciuto un nostro diritto da un Giudice invece che dal Governo e dal Parlamento. Eppure, nel corso di questi anni abbiamo ricevuto da più parti rassicurazioni e promesse che sono rimaste sempre inascoltate e inattuate.

Si tratta di una grande vittoria per le Vittime del dovere, un grande passo per giungere alla concreta equiparazione che rimane, a oggi, ancora da completare poiché quotidianamente vedove, orfani, invalidi e genitori di chi ha sacrificato la propria vita per il bene comune devono combattere contro una burocrazia che quotidianamente ostacola l’applicazione dei loro diritti e tutele.

 Emanuela Piantadosi

Presidente Associazione Vittime del Dovere.  

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