L'Associazione Vittime del Dovere ricorda con immenso dolore la strage di via D’Amelio.
Nel 23esimo anniversario del tragico evento che il 19 luglio 1992 vide, con un’autobomba, uccisi il giudice Paolo Borsellino ed i suoi agenti di scorta, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, il presidente della Onlus, Emanuela Piantadosi si stringe alla sofferenza delle famiglie.
Sabato, 18 luglio, alle ore 15, nell’aula magna della Corte d’Appello di Palermo, alla presenza anche dei ministri dell’Interno e della Giustizia, Angelino Alfano e Andrea Orlando, il capo dello Stato, Sergio Mattarella, ricorderà la strage. Le celebrazioni si apriranno con la proiezione di un video ed il saluto del presidente della Corte d’Appello di Palermo, Gioacchino Natoli, e del presidente dell’Anm del capoluogo, Matteo Frasca. Interverranno inoltre il procuratore generale di Palermo, Roberto Scarpinato, il presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli, il capo della polizia, Alessandro Pansa ed il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini.
Il 19 luglio 1992 , dopo aver pranzato a Villagrazia di Carini con la moglie Agnese e i figli Manfredi e Lucia, Paolo Borsellino si recò insieme alla sua scorta in via D'Amelio, dove viveva la madre. Una Fiat 126 imbottita di tritolo che era parcheggiata sotto l'abitazione della madre detonò al passaggio del giudice, uccidendo oltre a Borsellino anche i cinque agenti di scorta. L'unico sopravvissuto fu l'agente Antonino Vullo, scampato perché al momento della deflagrazione stava parcheggiando uno dei veicoli della scorta.
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