Scienze Forensi: Potenzialita' e Limiti
Con la partecipazione e l’intervento del Ministro dell’Interno
Onorevole Roberto Maroni
Teatro "Gianni Santuccio" - Via Sacco, 10 - Varese
Con il Patrocinio del
Ministero dell'Interno
VareseNotizie - Maroni: "Agire sulla percezione di sicurezza"
SCIENZE FORENSI AL SANTUCCIO
VARESE – Si sono aperti questa mattina, 26 febbraio, in un Teatrino Santuccio stracolmo, i lavori del convegno “Scienze forensi: potenzialità e limiti”, che ha come principale promotore il criminologo Massimo Picozzi. Il convegno, nelle intenzioni di Picozzi, vuole essere un primo passo per la costituzione di un polo per lo studio e l’applicazioni delle scienze forensi a Varese.
MANCA PERCEZIONE DI SICUREZZA
Un progetto ambizioso e importante, che ha meritato la presenza di moltissime autorità, tra cui il ministro degli interni Roberto Maroni e il sindaco di Varese Attilio Fontana. Gli interventi di Maroni e Fontana hanno concordato su un punto fondamentale: bisogna agire non solo sulla criminalità, che sta comunque diminuendo, ma soprattutto sulla percezione di sicurezza della gente. “Varese è un’isola felice – ha detto il sindaco – in cui il tasso di criminalità è molto basso e anche la percezione dei cittadini è molto vicina alla realtà di una città sicura”.
MARONI: COLLABORAZIONE
Il ministro Maroni dà molta importanza alle scienze forensi intese non “alla CSI”, ma come utile strumento per aiutare le forze dell’ordine non solo a reprimere, ma anche prevenire i crimini. “Le forze dell’ordine – ha detto il ministro – hanno bisogno non solo delle scienze forensi, ma devono anche avere la possibilità di scambiare le informazioni velocemente con le forze di polizia dei Paesi esteri. Solo così possiamo ottenere dei risultati per quanto riguarda la lotta al terrorismo, ad esempio, ma anche nella lotta alla mafia e all’immigrazione clandestina”.
CRIMINI IN DIMINUZIONE
Il ministro continua il suo intervento citando i dati di ottobre sui reati commessi nell’ultimo anno, che hanno il segno meno su tutte le voci. Questo è un segnale più che positivo, che deve essere però accompagnato dalla percezione dei cittadini. “Dopo l’indulto, nel 2006, c’è stato un picco di reati. Ma dal 2007 in poi il trend ha continuato a calare, segno che tutti i nostri sforzi di controllo del territorio stanno andando a buon fine”. Maroni parla anche dell’Accordo di Prüm, un trattato internazionale del 2005 recepito dalla legge italiana solo nel giugno 2009. Con questo accordo, si dà inizio alla creazione di una banca dati del DNA “un importantissimo strumento, utile anche per un controllo a livello mondiale. E’ il primo accordo europeo che vanta anche l’adesione degli Stati Uniti”.
"UN AIUTO CONCRETO ALLE VITTIME DEL DOVERE"
L’ultima parte dell’intervento di Maroni è rivolto alle “vittime del dovere”, ovvero i poliziotti e carabinieri caduti in servizio. “Stiamo lavorando per sostenere sempre più le associazioni e per aiutare i parenti delle vittime. Sono famiglie colpite dalla violenza della criminalità, non possono essere abbandonate dallo Stato. I patrimoni sottratti alla mafia devono servire proprio a questo, perché quelli sono soldi della comunità. Appartengono ai cittadini onesti”.
Chiara Frangi
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