I DIRITTI DELLE VITTIME DEL DOVERE
SITUAZIONE ATTUALE E PROSPETTIVE
RELAZIONE CONVEGNO 6/6/2007
I DIRITTI DELLE VITTIME DEL DOVERE
SITUAZIONE ATTUALE E PROSPETTIVE (rif. 1) (rif. 2)
Buongiorno a tutti e grazie di essere intervenuti a questo primo convegno su:
I Diritti delle Vittime del Dovere
Mi chiamo Emanuela Piantadosi, sono la figlia del Maresciallo dei Carabinieri Stefano Piantadosi, comandante della Stazione Carabinieri di Locate Triulzi, ucciso il 15 giugno 1980 da un ergastolano in permesso premio.
Insieme ad altri familiari delle Vittime del Dovere, ho recentemente dato vita ad un’Associazione il cui nome è proprio “Vittime del Dovere” e di cui sono il Presidente.
E’ forse opportuno chiarire subito chi siano le Vittime del Dovere. (rif 3)
Secondo la più recente legislazione ovvero la Legge Finanziaria 2006, (Legge 23 dicembre 2005 n. 266, Legge Finanziaria 2006, l’articolo 1, comma 563 – 564 recita così):
Per Vittime del Dovere devono intendersi (i soggetti di cui all’art. 3 della legge 13 agosto 1980 n. 466),
i Magistrati Ordinari,
gli appartenenti all'Arma dei Carabinieri,
alla Polizia di Stato,
alla Guardia di Finanza,
all'Esercito,
alla Marina militare,
all'Aeronautica militare,
alla Polizia Penitenziaria,
al Corpo Forestale dello Stato,
ai Vigili del Fuoco,
alle Polizie municipali.
(rif. 4) e, in genere, gli altri dipendenti pubblici deceduti o che abbiano subìto un'invalidità permanente in attività di servizio o nell'espletamento delle funzioni di istituto per effetto diretto di lesioni riportate in conseguenza di eventi verificatisi:
nel contrasto ad ogni tipo di criminalità;
nello svolgimento di servizi di ordine pubblico;
nella vigilanza ad infrastrutture civili e militari;
in operazioni di soccorso;
in attività di tutela della pubblica incolumità;
a causa di azioni recate nei loro confronti in contesti di impiego internazionale non aventi, necessariamente, caratteristiche di ostilità.
Inoltre
Sono equiparati ai soggetti di cui sopra, coloro che abbiano contratto infermità invalidanti o alle quali consegua il decesso, in occasione o a seguito di missioni di qualunque natura, effettuate dentro e fuori dai confini nazionali e che siano riconosciute dipendenti da causa di servizio per le particolari condizioni ambientali od operative.
(rif 5)
L’associazione ha innazitutto lo scopo di onorare il sacrificio di coloro che, in qualità di rappresentanti dello Stato, sia militari che civili, sono rimasti feriti o hanno donato la loro vita al servizio della comunità.
L’idea di costituire l’associazione Vittime del Dovere è nata dalla volontà di porre una maggiore attenzione a quella cosiddetta categoria di vittime che nel corso degli anni è stata certamente la più penalizzata.
Infatti analizzando la normativa riguardante le Vittime del Dovere ci si rende conto delle decine di provvedimenti che hanno dato origine ad una legislazione in materia, sviluppata sull’onda di singoli eventi, priva di un disegno organico alla base.
Mi riferisco ai provvedimenti in favore esclusivo delle Vittime del Terrorismo e della Criminalità organizzata, che nel tempo hanno creato una ingiusta differenziazione tra Vittime del Dovere.
Cio’ ha generato una vera e propria classificazione delle vittime, stilata in base alla matrice dell’evento che le ha, loro malgrado, coinvolte.
Colleghi che hanno indossato la stessa divisa e affrontato gli stessi pericoli, poichè uccisi o feriti da criminali di diversa estrazione, sono considerati ed onorati in maniera differente dallo Stato.
Mi preme precisare che non esiste alcun intento polemico nei confronti dei familiari delle Vittime del Terrorismo o della Mafia, che putroppo come noi vivono nel dolore, ma esiste la necessità di affermare anche i diritti delle Vittime, per esempio, della criminalità comune o delle Vittime cadute o ferite in azioni di soccorso o in missioni militari all’estero...
(rif. 6)
L’associazione ha anche lo scopo di tutelare i diritti delle famiglie delle Vittime, in primis il diritto di non vedersi oggetto di una legislazione disordinata e discriminatoria.
Oggi abbiamo tra noi alcuni di loro, che ci onorano con la loro presenza e che di cuore ringrazio.
Queste famiglie nel corso degli anni, si sono trovate a fare i conti, non solo con la loro personale tragedia, ma anche con una legislazione e una burocrazia che non li ha certo aiutati.
Infatti se per noi familiari è motivo di consolazione pensare che il sacrificio dei nostri cari è stato offerto per la sicurezza della Nazione, ci ferisce e ci umilia profondamente prendere coscienza che la vita spesa dai nostri padri, mariti e figli non viene tenuta nella giusta considerazione dallo Stato.
(rif 7)
Passiamo ora ad un breve escursus sulla normativa riguardante le Vittime del Dovere.
Questa panoramica per motivi legati alla brevità del tempo a nostra disposizione ed al fatto che non siamo esperti giuristi, risulterà sicuramente incompleta, ma l’obiettivo è quello di evidenziare con semplicità e chiarezza lo stato delle cose.
Tralasciando la normativa antecedente, partiamo con la legge 13 agosto 1980, n. 466, con la quale il legislatore estendeva ai dipendenti pubblici ed ai cittadini vittime del dovere o di azioni terroristiche, deceduti o con un grado d’invalidità non inferiore all’80%, la speciale elargizione di 100 milioni di lire.
La legge 20 ottobre 1990, n. 302, attribuiva particolari benefici a chiunque avesse subito un’invalidità permanente non inferiore ad un quarto della capacità lavorativa o fosse deceduto in conseguenza dello svolgimento nel territorio dello Stato di atti di Terrorismo o di eversione dell’ordine democratico e stabiliva una elargizione di 150 milioni di lire per soli fatti di Terrorismo o Criminalità Organizzata.
La legge 8 agosto 1995, n. 340, riguardante le vittime del disastro aereo di Ustica, estendeva ai familiari superstiti delle vittime la speciale elargizione prevista dalla legge citata precedentemente.
La legge 31 marzo 1998, n. 70, ha esteso anche alle vittime della cosiddetta banda della "Uno bianca", l’ elargizione già menzionata.
La legge 23 novembre 1998, n. 407, ha apportato alcune modifiche alla normativa, stabilendo la corresponsione di un assegno vitalizio di 500.000 lire mensili, oltre la speciale elargizione, in favore di chiunque, per effetto di ferite o lesioni riportate in conseguenza di eventi di Terrorismo o di Criminalità Organizzata, avesse subìto un’invalidità permanente non inferiore ad un quarto della capacità lavorativa.
Fino a questo punto la legislazione si è limitata a prevedere assistenza e considerazione in particolare a Vittime del Terrorismo e della Criminalità organizzata.
(rif. 8)
Con la Finanziaria 2001 (legge 23 dicembre 2000), finalmente si recepisce l’esigenza di estendere i benefici previsti dalla legge 302/90 e dalla legge 407/98 a tutte le Vittime del Dovere.
Purtroppo l’interpretazione che il Consiglio di Stato ha successivamente fornito su questa legge, esclude i fatti anteriori al 1990, generando così l’ennesima incomprensibile discriminazione a danno, per esempio, di chi solo 10 anni prima aveva subito un tremendo trauma.
(rif. 9)
Ulteriori modifiche alla disciplina venivano apportate dal decreto-legge 4 febbraio 2003, n. 13 tale normativa prevede la possibilità di elargire l’assegno vitalizio già previsto dalle leggi in vigore, ai cittadini, agli stranieri, agli apolidi ed ai superstiti, prima dell’emanazione di sentenza, laddove le indagini dimostrino con chiara evidenza che la natura delle azioni che hanno causato il danno sia terroristica, eversiva o imputabile a forme di criminalità organizzata.
Il Decreto Legge 28 novembre 2003 n. 337, recante “Disposizioni urgenti in favore delle vittime di militari e civili di attentati terroristici all’estero” concedeva la speciale elargizione di cui alla legge 302/90, e l'assegno vitalizio previsto dalla legge 407/98 alle suddette vittime.
La nuova legge 3 agosto 2004, n. 206, ha stabilito che nuove disposizioni si applichino a tutti i cittadini italiani, vittime degli atti di terrorismo e delle stragi di tale matrice, nonché ai loro familiari superstiti, per atti subiti anche al di fuori del territorio nazionale.
Questa Legge ha "aggiornato" la misura della speciale elargizione e del vitalizio ed ha aggiunto una serie di altre importanti tutele.
(rif 10)
Nel 2006 compare un importante elemento di svolta rispetto alla natura dei precedenti provvedimenti.
La Finanziaria 2006 infatti (Legge 23-12-2005 n. 266), ha gettato le basi per una progressiva estensione alle Vittime del Dovere, dei benefici già concessi in favore delle Vittime del Terrorismo, stanziando 10Milioni di Euro a fronte dei circa 200 Milioni di euro necessari.
Il DPR 7 Luglio 2006 n. 243 ha definito in 258 Euro mensili l’ammontare del vitalizio in favore delle Vittime del Dovere.
Purtroppo dobbiamo a questo punto rilevare due fatti che riteniamo gravi:
(rif 11)
Il primo è che, gli esigui fondi stanziati non sono ancora stati distribuiti ai familiari delle Vittime, ci chiediamo quanto tempo sarà necessario attendere
(rif 12)
Il secondo, ancora più sconfortante, è che il percorso virtuoso tendente all’ equiparazione di tutte le Vittime del Dovere, stabilito con la finanziaria 2006, è stato recentemente smentito dalla Finanziaria 2007 (Legge 27 dicembre 2006), che riporta di nuovo provvedimenti in favore esclusivo delle vittime del terrorismo, contribuendo a riallargare in modo incomprensibile le distanze e le sperequazioni fin qui evidenziate.
(rif. 13)
Da quanto esposto, speriamo risulti chiaro che le nostre aspettative sono tese invece ad uniformare completamente e definitivamente le iniziative a favore di tutte le Vittime del Dovere.
Le nostre attese possono essere riassunte come segue:
(rif 14)
L’immediata estensione dei benefici già previsti in favore delle Vittime della Criminalità Organizzata e del Terrorismo a tutte le Vittime del Dovere, per eventi accaduti dal 1 gennaio 1961, autorizzando la spesa di 200 milioni di euro per il primo anno e di 70 milioni di euro annui rivalutabili, per gli anni successivi
(rif 15)
L’approvazione da parte del Governo di un Decreto Attuativo per l’applicazione delle tutele previste dalle leggi in materia di Vittime del Dovere, onde evitare che i provvedimenti restino inattuati.
(rif 16)
L’istituzione di un tavolo di lavoro permanente che preveda la presenza dei rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni delle vittime con le seguenti finalità:
Riordino della materia in un testo unico per le Vittime del Dovere, allo scopo di eliminare le discriminazioni esistenti tra vittime del terrorismo, della criminalità organizzata e le altre tipologie di vittime del dovere.
Verifica costante dello stato di attuazione delle tutele in favore delle Vittime del Dovere.
Proposizione di nuove normative anche in ambito comunitario in favore delle Vittime del Dovere
Istituzione di norme che stabiliscano la dedicazione di vie, strade o edifici pubblici a ciascun caduto Vittima del Dovere
Ricordiamo che tra le Vittime del Dovere, molti di coloro che hanno perso la vita, sono stati decorati con medaglie d’oro al valor militare o civile, quindi con il massimo riconoscimento attribuito dallo Stato italiano.
Numerose Vittime del Dovere hanno meritato plausi per azioni di eroismo ed altruismo, o per aver dimostrato capacità morali e umane degne di menzione, in sostanza per essersi distinte per quelle virtù che nobilitano l’uomo.
Il sacrificio di chi ha lavorato al servizio delle istituzioni ed è stato il portavoce dei valori dello Stato deve essere ricordato e tutelato.
(rif 17)
Crediamo sia importante restituire il giusto valore e la giusta importanza al ruolo che i Servitori dello Stato rivestono nella nostra società, rimettere al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica i Valori positivi di giustizia e di legalità che essi incarnano.
E’ necessario far capire soprattutto ai nostri giovani, che lo Stato è vicino, ora più che mai, a chi ha offerto il sacrificio della propria vita in nome della legalità e a chi quotidianamente lavora per affermare lo stato di diritto.
E per concludere voglio ringraziare di cuore il Sottosegretario Nando Dalla Chiesa, che ci ha regalato questa importante occasione di esprimere, sempre nel rispetto delle Istituzioni, le nostre richieste e, crediamo, giuste aspirazioni, per un futuro più giusto per le Vittime del Dovere.
E che incosapevolmente, ha portato a compimento la nobile intenzione espressa da Suo padre, il Generale dei Carabinieri Carlo Alberto dalla Chiesa, tanti anni fa nel giugno del 1980, in quei tristi giorni che seguirono la morte di mio padre, durante un incontro che il Generale volle avere con me, allora quattordicenne nel giardino della Caserma, dove vivevo fino ad allora serena con la mia famiglia.
In quell’occasione vedendomi disperata e distrutta dal dolore, egli cercò di consolarmi dicendo che gli ricordavo la sua nipotina e promettendomi la Sua sincera disponibilità, qualora ne avessi avuto bisogno.
Oggi il Sottosegretario ha onorato quella promessa.
Infine voglio ringraziare voi tutti, che avete accolto con entusiasmo e partecipazione il nostro invito, grazie per il tempo che ci avete voluto dedicare.
Grazie.
(rif 18)
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