Appassionato, determinato, espressione dei più alti valori della Giustizia e della Legalità, il Capitano dei Carabinieri Mario D’Aleo è stato ucciso a 29 anni in un agguato mafioso, il 13 giugno 1983, in via Scobar a Palermo. Insieme a lui furono assassinati anche i carabinieri Giuseppe Bommarito e Pietro Morici.
Subito dopo l’attentato furono conferite, sotto la Presidenza della Repubblica di Sandro Pertini, tre medaglie d'oro al valor civile per ricordare il sacrificio e il coraggio dei carabinieri morti nell’attentato.
“Comandante di Compagnia Carabinieri operante in zona ad alto indice di criminalità organizzata, pur consapevole dei gravi rischi cui si esponeva, con elevato senso del dovere e sprezzo del pericolo svolgeva tenacemente opera intesa a contrastare la sfida sempre più minacciosa delle organizzazioni mafiose. Barbaramente trucidato in un proditorio agguato tesogli con efferata ferocia, sacrificava la sua giovane vita in difesa dello Stato e delle istituzioni. Palermo, 13 giugno 1983” (Medaglia d'oro al valor civile (alla memoria) conferita a Mario D’Aleo, 31 agosto 1983)
“In servizio in una Compagnia Carabinieri operante in zona ad alto indice di criminalità organizzata, pur consapevole dei gravi rischi cui si esponeva, con elevato senso del dovere e sprezzo del pericolo svolgeva tenacemente opera intesa a contrastare la sfida sempre più minacciosa delle organizzazioni mafiose. Barbaramente trucidato in un proditorio agguato tesogli con efferata ferocia, sacrificava la sua giovane vita in difesa dello Stato e delle istituzioni. Palermo, 13 giugno 1983.” (Medaglia d'oro al valor civile (alla memoria) conferita a Giuseppe Bommarito, 31 agosto 1983)
“In servizio in una Compagnia Carabinieri operante in zona ad alto indice di criminalità organizzata, pur consapevole dei gravi rischi cui si esponeva con elevato senso del dovere e sprezzo del pericolo svolgeva tenacemente opera intesa a contrastare la sfida sempre più minacciosa delle organizzazioni mafiose. Barbaramente trucidato in un proditorio agguato tesogli con efferata ferocia, sacrificava la sua giovane vita in difesa dello Stato e delle istituzioni. Palermo, 13 giugno 1983” (Medaglia d'oro al valor civile (alla memoria) conferita a Pietro Morici, 31 agosto 1983)
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