Nato a Taranto il 9 giugno 1917 e deceduto a Cesenatico il 15 luglio 1961
Medaglia d’oro al Valor civile
Il Maresciallo Eduardo Suriano presta servizio presso la Squadra Mobile di Bologna quando, il 15 luglio del 1961, guida i suoi uomini alla cattura di tre malviventi, ritenuti responsabili di una serie di furti nella provincia di Bologna. I tre si nascondono in una pensione di Cesenatico. I poliziotti, guidati dal Maresciallo Suriano, decidono di arrestare i sospetti nella loro camera di mattina presto, al fine di limitare al massimo l’eventuale pericolo di coinvolgere ignari turisti e passanti.
Alle 7,30 il Maresciallo Suriano bussa con un pretesto alla porta della camera dell’albergo, mentre gli altri agenti proteggono il pianoterra e le scale per evitare il pericolo di fuga. Uno dei criminali apre uno spiraglio della porta e, riconosciuto il Maresciallo Suriano, cerca di richiuderla di colpo. Il sottufficiale riesce a bloccarla, inserendo un piede tra il battente e l’uscio, per cercare di fare irruzione all’interno della stanza.
I colleghi di Eduardo Suriano, sentendo le urla del malvivente rivolte al Maresciallo “Vattene! Vattene altrimenti ti ammazzo!”, accorrono verso la camera. L’uomo spara due colpi di arma da fuoco, uno dei quali raggiunge al cuore il sottufficiale, uccidendolo.
Gli altri agenti raggiungono immediatamente la camera, ingaggiando una sparatoria con l’assassino che viene colpito a morte. Un secondo criminale viene catturato dopo una violenta colluttazione, mentre il terzo si lancia dalla finestra, fratturandosi entrambe le gambe. L’uomo riesce ad allontanarsi ma viene catturato poco dopo dalla Polizia.
Eduardo Suriano lascia la moglie Cesarina e due figli, Giuliana che proprio il 15 luglio compiva 16 anni e Vincenzo di 14.
Onorificenza conferita al Maresciallo Eduardo Suriano
Medaglia d'oro al valor civile
MARESCIALLO DI PUBBLICA SICUREZZA
Data del conferimento: 06/10/1962
motivazione:
"Sottufficiale di P.S. affrontava, al comando di alcuni militari dipendenti, tre pericolosissimi criminali. Rimasto disarmato, non esitava, con cosciente sprezzo della vita, a slanciarsi, per privarlo delle armi, sul più temerario dei delinquenti, nel nobile intento di evitare spargimento di sangue. Nell'eroico tentativo, un colpo sparato a bruciapelo lo feriva mortalmente. Mirabile esempio di attaccamento al dovere, spinto fino all'estremo sacrificio dell'ancor giovane vita."
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