Nato a Fasano (BR) il 4/06/1948, Franco Zizzi qui trascorre gli anni della sua fanciullezza e adolescenza. Frequenta la scuola elementare e media a Fasano e la prosegue presso i Salesiani di Cisternino (BR).
Si iscrive, poi, all’Istituto Magistrale “S. Benedetto” di Conversano (BA). Chiamato al servizio militare, si arruola nella Polizia di Stato.
Non si sa come sia maturato in lui il progetto della vita militare.
Inizia la carriera nella scuola di Polizia di Caserta, dove svolge la funzione di istruttore. Dopo poco tempo concorre al corso per sottufficiali e nella scuola di Nettuno si qualifica con il grado di Vice Brigadiere di Polizia.
Assegnato, come prima sede, alla Questura di Parma, vi rimane per un solo anno (dal 1977 al 1978) e da qui, per espressa sua volontà, chiede un trasferimento. Lo ottiene a Roma nel febbraio del 1978 e dopo la consueta licenza trascorsa a Fasano a casa dei genitori (era celibe) prende ufficialmente servizio nella capitale il 1° marzo.
Con tutto l’entusiasmo che lo contraddistingueva, inizia il suo lavoro al Viminale e alla richiesta di sostituire per un breve periodo il collega Brigadiere Rocco Gentiluomo (già da 14 anni al servizio di scorta dell’On. Aldo Moro) Franco Zizzi accetta con animo generoso, pur non essendo addetto alla scorta, né preparato a tale incarico in quegli anni di sospetti e di paure definiti gli anni di piombo.
Assume, l’incarico al seguito dell’On. Aldo Moro proprio quella fatidica mattina del 16 marzo, in cui viene brutalmente stroncato dalle Brigate Rosse insieme ad altri quattro agenti, mentre l’On. Aldo Moro veniva rapito.
Quel 16 marzo l’Italia pianse con sdegno e con dolore quei cinque innocenti colpiti a morte e si interrogò sgomenta sulla sorte dell’Onorevole rapito.
La storia personale di Franco Zizzi sembra assurda. Sembra assurdo come possa essere accaduta una tragedia così grande a una persona come lui, che nutriva un profondo rispetto nei confronti degli altri. Sembra assurda una morte così atroce a una persona che amava con tanta intensità e vigore la vita!
C’è troppo orrore nell’immaginare soltanto l’efferatezza subìta!
Partito ragazzo nella primavera degli anni, con i suoi ideali nel cuore e con la spensieratezza propria dell’età (aveva solo 29 anni) la morte venne fulminea e con essa si spensero le sue più vive passioni: dall’automobilismo alla caccia, dal canto alle esibizioni musicali con la chitarra nei recital amatoriali.
Fu l’unico dei cinque agenti a rimanere ferito. Trasportato al Policlinico Gemelli gli viene diagnosticata la morte clinica e dopo il disperato intervento dei tre chirurghi, prof. Castiglioni, prof. Intonti, prof. Barone, nel tentativo di salvargli la vita, muore per arresto cardio-circolatorio, alle ore 12.30 dello stesso giorno.
I proiettili gli avevano spaccato il cuore. Dissero i chirurghi all’epoca: “Non si può ricostruire purtroppo ciò che è stato così orrendamente distrutto”.
Grande e lacerante è il vuoto che lascia in famiglia, un dolore lancinante agli anziani genitori, colpiti anche loro quella mattina del 16 marzo da quelle stesse armi micidiali.
Lo stesso 16 marzo e poi nei giorni immediatamente successivi, i Consigli Comunali di molte città italiane si riunirono in seduta straordinaria, di cui rimane traccia nelle delibere. Se ne citano alcune:
16/03 è riunito il Consiglio Comunale di Siena
16/03 è riunito il Consiglio Comunale di Gavorrano (Grosseto)
16/03 è riunito il Consiglio Comunale di Cattolica Eraclea (Agrigento)
17/03 è riunito il Consiglio Comunale di Terzigno (Napoli)
17/03 è riunito il Consiglio Comunale di Campagna (Salerno)
17/03 è riunito il Consiglio Comunale di Barrafranca (Enna)
18/03 è riunito il Consiglio Comunale di Proceno (Viterbo)
18/03 è riunito il Consiglio Comunale di San Severo (Foggia)
22/03 è riunito il Consiglio Comunale di Serravalle Sesia (Vercelli)
28/03 è riunito il Consiglio Comunale di Cairano (Avellino)
29/03 è riunito il Consiglio Comunale di Sarnano (Macerata)
03/04 è riunito il Consiglio Comunale di Francofonte (Siracusa)
11/07/79 è riunito il Consiglio Comunale di Legnano (Milano)
Ai funerali di Stato a Roma e ai funerali celebrati nei paesi di origine, tanti quante sono le memorie di vita e di morte che si sono tragicamente congiunte, seguirono, in tutta Italia, commemorazioni varie, celebrazioni eucaristiche, manifestazioni per l’intitolazione di piazze e strade, per lo scoprimento di lapidi e monumenti per la “memoria storica”.
Inoltre omaggi sinceri e testimonianze di affetto e di sentita riconoscenza, da quelle più semplici dei bambini a quelle ufficiali di Enti Nazionali, di rappresentanze sindacali e aziendali, di Consigli di quartiere e Assemblee straordinarie di Istituti e Consigli di Circolo, fecero registrare una grandissima partecipazione umana al dolore di familiari e amici.
Tra le tante iniziative si cita la cerimonia commemorativa svolta il 03/06/1978 nella Questura di Parma, nel corso della quale fu scoperta una lapide a ricordo di Franco Zizzi.
L’iniziativa, voluta dal Questore dott. A. Isgrò e dai suoi colleghi, ebbe l’affettuosa partecipazione delle Autorità locali e della cittadinanza tutta ed interpretò “i sentimenti di stima e di affetto di tutto il Personale della Questura per il povero Francesco, il cui ricordo resterà indelebile”.
Sempre a Parma nell’anno 2010 viene intitolata a Franco Zizzi la nuova Caserma di Polizia. Alla manifestazione partecipa il capo della Polizia dott. Manganelli e tanti suoi ex colleghi e amici.
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