FRANCESCO TAMMONE Agente Scelto Polizia di Stato
nato a Potenza il 07/09/1969
deceduto a Potenza il 10/07/1996
Medaglia d’oro al Valor Civile
Francesco Tammone fu ucciso la sera del 10 Luglio 1996 nel corso di una sparatoria con un pregiudicato in via Ionio, alla periferia di Potenza.
Quella sera il 113 della Questura del capoluogo lucano ricevette la segnalazione di una rissa in corso in un bar di Via Tirreno, nel Rione Cocuzzo. La chiamata venne dirottata alla Volante a bordo della quale l’agente scelto Francesco Tammone era autista. Quando gli agenti giunsero sul posto videro sulla soglia del locale un uomo, nel quale riconobbero un noto pluripregiudicato della zona. Questi si trovava in regime di semilibertà, dovendo rientrare la sera in carcere, dove stava scontando la condanna a quattro anni per rapina.
Quando il capo pattuglia della Volante, un ispettore, si avvicinò a lui chiedendogli i documenti il pregiudicato rifiutò poi si diede alla fuga a piedi, inseguito dall’ispettore, mentre l’agente scelto Tammone faceva altrettanto rimettendosi alla guida della Volante.
Durante la fuga, una volta entrato in Via Ionio, il criminale si nascose dietro un angolo e, una volta che questo venne superato dall’ispettore, aggredì alle spalle il poliziotto, sferrando un forte colpo alla base del collo del poliziotto, dalla cui fondina sfilò la pistola, aprendo il fuoco contro l’agente scelto Tammone in arrivo in quel momento a bordo della Volante.
Tammone venne ferito mortalmente, ma prima di cadere riuscì rispondere ed a ferire al collo il pregiudicato, che venne arrestato.
L’agente scelto Tammone morì prima dell’arrivo dei soccorsi. Il suo assassino venne condannato all’ergastolo il 15 giugno 1999.
Francesco Tammone era sposato. Da due mesi era diventato padre di una bambina.
Medaglia d'oro al valor civile
AGENTE SCELTO DELLA POLIZIA DI STATO
Data del conferimento: 19/05/1997
Motivazione:
"Componente l'equipaggio di una volante in servizio di vigilanza e prevenzione sul territorio, si poneva all'inseguimento di un uomo che, nel corso di un normale controllo di generalità, aveva aggredito il proprio superiore. Benché raggiunto da numerosi colpi di pistola esplosigli contro dal fuggitivo, riusciva a rispondere al fuoco con l'arma in dotazione e a ferire il malvivente, prima di accasciarsi al suolo perdendo la giovane vita. Splendido esempio di sprezzo del pericolo e alto senso del dovere, spinti sino all'estremo sacrificio. Potenza, 10 luglio 1996."
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