Palermo 6 agosto 1980
Costa fu assassinato dalla mafia il 6 agosto 1980. Alle 19:30, passeggiando da solo e a due passi da casa sua, fu freddato da sei colpi di pistola P38 sparatigli alle spalle da due killer scappati forse in moto o forse su una A112 trovata poi bruciata. Costa stava sfogliando dei libri su una bancarella;
Causa di quella spietata esecuzione, il fatto che egli avesse firmato personalmente la convalida dei mandati di cattura nei confronti del boss Rosario Spatola e di altri 54 dei suoi uomini che altri suoi colleghi (tra cui Giusto Sciacchitano) si erano rifiutati di firmare[9][10]. Infatti il clan mafioso Inzerillo-Spatola-Gambino-Di Maggio, cementato da alleanze, parentele e matrimoni, era accusato di gestire un grosso traffico di eroina con gli Stati Uniti e di reinvestire i proventi nell'edilizia ma anche di aver protetto la fuga in Sicilia del famoso bancarottiere Michele Sindona. Per quella indagine, Costa ricevette anche delle telefonate anonime che lo intimavano a "scarcerare i picciotti entro Natale".
Nessuno è stato condannato per la sua morte
fonte: wikipedia
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