Loris Doriano Romano, nato il 28 settembre 1956, è stato Sindaco di Villa Bartolomea - piccolo comune nella provincia di Verona - da giugno del 2004 fino a settembre del 2006.
Fino al 30 settembre del 2006, quando un dipendente comunale, accolto in Municipio dal Sindaco Romano - durante l’orario di ricevimento del pubblico - ha deciso di interrompere la sua vita, il suo amore per la famiglia (la moglie Cinzia, le figlie Valentina e Silvia) e la dedizione per i suoi cittadini. Bruno Saccoman, lavora presso l’amministrazione del Comune di Villa Bartolomea come autista dello scuolabus; i genitori degli studenti lamentano un comportamento burbero e suscettibile. Il Sindaco Romano decide di affidargli un’altra mansione, all’interno della casa di riposo Maria Gasparini, con uno stipendio pressoché immutato. Il Sindaco convoca Saccoman presso il suo ufficio ed egli si reca in municipio con un’arma P38 – l’autorizzazione per l’acquisto di armi è stata ottenuta grazie alla passione per la caccia. Tre colpi di pistola: due diretti a Loris Romano e uno a se stesso. Tre spari irrazionali, insensati e allo stesso tempo permanenti, indelebili per la famiglia Romano. La comunità di Villa Bartolomea ha dedicato alla sua memoria il nuovo Centro Polifunzionale e il nuovo Ponte sul fiume Adige. Anche l’Associazione Vittime del Dovere desidera rendere onore a un uomo che, nel suo piccolo, ha servito con eccellente senso del dovere, rispetto e umanità lo Stato Italiano. Cinzia Franceschetti, moglie di Loris Doriano Romano, ha gentilmente consegnato all’Associazione "Pensieri nel vento". Poesie in libertà, un insieme di poesie scritte da Loris in giovane età, raccolte e pubblicate da lei stessa. Con sincera e sentita partecipazione, l’Associazione Vittime del Dovere pubblica di seguito alcune di queste poesie, espressione e memoria di un uomo “pieno di vita, che dispensava gioia” come lo ricorda sua moglie Cinzia.
Biba (Cinzia)
Hai sembianze ridotte, il viso è carino
lo sguardo è dolce e affatto cretino.
L’animo gentile, il cuore gioioso,
hai anche un cervello seppur non grandioso.
Le labbra velate e l’occhio vivace
sei candida, ingenua e ami la pace
tenera, dolce, talvolta dura,
di quello che pensi non sei molto sicura.
In fin dei conti, non sei eccezionale
e non ti trovi affatto speciale
anzi direi, sei quasi normale,
ma averti incontrato mi è stato fatale.
La luna
Di notte, nei giorni d’estate,
una bellezza all’occhio ti compare,
quella luce romantica del bagliore lunare.
La luna da sempre splende
e le tue ansie, le tue paure
ogni volta le comprende.
Amica dei ladri
amica degli innamorati
amica del mondo
ti lascia allibito in un secondo.
Compare e scompare
un giorno grande
un giorno timida
ma sempre splendida.
Mi sento vivo
Quando dicevi io ti voglio solo mio
e io pensavo a facili emozioni
e tu ridevi delle mie strane passioni,
credevo di essere uomo anch’io.
Lascia andare il tuo strano pudore,
non sentirti così legata a me
e non dare risposta ai tanti perché,
ma pensa con passione a quello che vuol dire amore.
Certo avrai le tue ragioni
come l’uomo ha le sue passioni
ma non devi più restare
se hai già scordato di amare.
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