GIUSEPPE PERRINI
Nato a Mesagne (BR) il 17 maggio 1958 e residente a Brindisi, Giuseppe ricopre nei primi anni della sua carriera la carica di Vice Brigadiere e negli anni Novanta partecipa a numerose operazioni anticontrabbando. All’età di 35 anni, esattamente mercoledì 10 ottobre 1993, il Maresciallo Capo Giuseppe Perrini viene comandato di servizio per una delle tante attività di vigilanza, con turno dalle ore 15.00 alle ore 24.00, unitamente ad altri due finanzieri scelti, Andrea Izzo, 32 anni di Salerno, e Antonino Buta, di Messina.
Durante lo svolgimento dell’operazione, precisamente alle ore 20.50, Giuseppe intercetta un’autocolonna di contrabbandieri che percorre ad elevata velocità la SS 379 litoranea Nord di Brindisi.
La pattuglia da lui comandata si lancia tempestivamente al suo inseguimento, ostacolata però da una “Wolkswagen Golf” che, nonostante l’intimazione di fermo operata da Giuseppe, prosegue pericolosamente il suo tragitto ponendo in grave pericolo l’incolumità fisica dei militari e inducendo Perrini ad esplodere tre colpi con la propria arma di ordinanza. verso i pneumatici posteriori della vettura.
L’inseguimento si protrae sulla SS 379 in direzione Nord e, all’altezza della località “Torre di Guaceto”, un grave incidente coinvolge i tre finanzieri preposti all’operazione.
La “Wolkswagen Golf”, arrestando improvvisamente la propria marcia, obbliga Andrea Izzo, conducente della pattuglia automontata, a sterzare repentinamente per evitare il violento impatto con l’auto inseguita. Egli perde così il controllo del mezzo, che urta inevitabilmente e violentemente il guard-rail laterale; la Wolkswagen inseguita, invece, si allontana facendo perdere le proprie tracce e lasciando ignota l’identità dei conducenti.
Giuseppe, Andrea e Antonino vengono tempestivamente soccorsi e ricoverati d’urgenza presso l’Ospedale Civile “A. di Summa” di Brindisi, dove a Giuseppe viene diagnosticata una “frattura 3” medio clavicola destra con distacco di un piccolo frammento e una serie di traumi agli arti superiori e al busto (trauma distorsivo del rachide cervicale, trauma contusivo dell’emitorace destro, trauma contusivo escoriato polso destro), con prognosi di circa trenta giorni. Gravi risultano anche le condizioni di Izzo, che il mese successivo esce dall’iniziale stato comatoso ma mantiene una prognosi riservata, mentre per Antonino vi sono lievi ferite.
La mattina del 12 novembre, il prefetto Andrea Gentile e il tenente colonnello Giorgio Bartoletti, comandante della Guardia di Finanza di Brindisi, insieme al capitano Acquaviva, comandante della II compagnia “Baschi verdi” cui appartiene la pattuglia di Giuseppe, si recano a far visita ai tre finanzieri rimasti feriti. Molte sono le parole di elogio nei confronti dei tre finanzieri, dei quali viene messo in risalto e apprezzato l’attaccamento al dovere e il coraggio dimostrato nell’operazione.
Ad un mese dall’incidente le indagini proseguono con ritmo serrato, a stretto contatto con il pm Domenico Catenacci, nonostante non sia riuscita l’identificazione dell’organizzazione contrabbandiera legata alla criminalità organizzata che provoca il grave incidente in cui rimangono coinvolti Giuseppe e i suoi colleghi.
Negli anni Novanta la provincia di Brindisi è protagonista di un intenso traffico di tabacchi di contrabbando, così come attestano i quotidiani del tempo, e in tali attività è fortemente interessata la criminalità organizzata che gestisce gli ingenti proventi illeciti.
Nei giorni immediatamente seguenti l’incidente, le pattuglie della Guardia di Finanza e della Polizia perlustrano la città e controllano le vetture e i pregiudicati in diversi posti blocco istituiti in punti strategici, mentre ancora si tenta di dare un’identità all’organizzazione di contrabbando protagonista del drammatico scontro.
A cura dell’Infermeria della Marina Militare di Brindisi, il giorno 18 novembre 1993 viene compilato il Modulo “C” n. 220 che attesta che l’infermità di Giuseppe è provocata da causa di servizio. Il giorno 23 novembre 2005, la Commissione Medico-Ospedaliera presso l’Ospedale Militare di Bari ha riconosciuto a Giuseppe l’infermità ascrivibile a causa di servizio.
Nel mese di aprile 2010 il Maresciallo Capo Giuseppe Perrini viene riconosciuto Vittima della criminalità organizzata.