Gianluca Carlomagno
Intorno al 20 maggio del 2019, a seguito di complessa attività di indagine, la DDA della Procura della Repubblica di Napoli emetteva 21 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di neo capi clan e giovani affiliati al clan Cutolo, operanti nel Rione Traiano di Napoli.
I reati ascritti al sodalizio criminale comprendevano omicidi compiuti e tentati, estorsioni e spaccio di sostanze stupefacenti in una delle piazze più fiorenti della città partenopea; ad aggravare il quadro indiziario ha contribuito l’utilizzo sistematico del metodo mafioso.
Al vice Brigadiere, Gianluca CARLOMAGNO, effettivo al Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Napoli Bagnoli, perno principale del medesimo Reparto nonché capo squadra del dispositivo, veniva affidata la localizzazione e la successiva cattura di uno degli elementi di spicco del clan, che ricopriva il ruolo di gruppo di fuoco.
Medesimo, A.P., cinquantenne all'epoca dei fatti, già con una carriera criminale in un noto clan del centro storico cittadino, era sfuggito ad una precedente ordinanza di custodia cautelare in carcere per il reato di associazione mafiosa dandosi latitante per lunghi nove anni circa, fino all’avvenuto arresto eseguito nella città Spagnola di Barcellona, a seguito di un'indagine di quella Polizia che lo vedeva a capo di una grossa banda di rapinatori di istituti di credito.
Scontata la pena, e trovandosi con il suo clan di appartenenza, decimato, dichiarato a morte certa, trovava protezione ed affiliazione all' interno clan Cutolo.
Seppur senza un domicilio fisso, il militare incaricato, a seguito di servizi di osservazione, controllo e pedinamento, lo localizzava domiciliare in una abitazione abusiva nel "quartier generale" del clan.
La mattina del 28 maggio del 2019, alle ore 5:40 circa, dopo un accurato briefing si dava inizio alle contemporanee operazioni di cattura.
Il vice Brigadiere dopo aver schierato il dispositivo di cinturazione della casa, constatava la presenza di una possibile via di fuga utilizzabile dal malvivente situata sul lato posteriore dell’abitazione; al fine di chiudere tale via di fuga, il militare decideva di salire su un manufatto in lamiera spessorata, ma dopo averlo percorso per circa 10 m calpestava una porzione dello stesso di diverso materiale che si infrangeva provocando la caduta del militare da un’altezza di circa 4 metri; a seguito della caduta, quest’ultimo riportava gravi traumi ed in particolare una lesione midollare in corrispondenza della zona cervicale; a seguito di tale lesioni rimaneva affetto da tetraplegia post-traumatica.Così facendo il militare consentiva ai commilitoli di operare nella massima cornice di sicurezza, dovendo meritevolmente riconoscere l'alto valore in termini di prefigurazione della tutela dell'incolumità altrui nel raggiungimento dell'obiettivo istituzionale che hanno motivato, con esemplare slancio, il malcapitato e che, solo per fortuita ed inevitabile causalità, lo hanno condotto a patirne le conseguenze lesive.
Il catturando veniva comunque tratto in arresto dai militari ai quali aveva lo stesso V.B. Carlomagno aveva fornito precise e chiare informazioni.
Il vice Brigadiere Gianluca Carlomagno, conoscitore del territorio e dei numerosi clan attivi nella giurisdizione, era rispettato e temuto per il suo intuito investigativo non comune e per l’impegno professionale, senza remore finalizzato alla decapitazione dei clan operanti sul territorio con innata propensione alla repressione del traffico di sostanze stupefacenti.
Nel settembre del 2013, lo stesso militare, nel corso di una rapina a mano armata, rimaneva gravemente ferito in un conflitto a fuoco con due malviventi, uno dei quali ferito gravemente; quest’ultimo necessitava di cure mediche urgenti e pertanto, presentatosi presso un presidio ospedalieri veniva raggiunto, identificato ed arrestato, fornendo informazioni sul complice, catturato successivamente e ritenuto vicino alla criminalità organizzata operante su altro versante della città partenopea.
Il vice Brigadiere Gianluca Carlomagno, dall'anno 2007, effettivo prima alla Compagnia Carabinieri di Rione Traiano e, successivamente a quella di Napoli Bagnoli, competente su cinque quartieri della città, tutti ad alto tasso criminale, si distingueva per le notevoli operazioni di polizia giudiziaria coronate con successo svolte anche e soprattutto d’iniziativa. Negli anni riceve elogi ed apprezzamenti di vario genere e valore, diventando sempre di più, punto di riferimento per altri Reparti e altre Forze di Polizia.
Napoli, dal febbraio 2007 al 28 maggio 2019.