Genesio Stocco
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Luogo di nascita: Balestrate (PA)
Il 23 giugno 1969, la vita di Genesio Stocco cambiò per sempre. In quel giorno, sotto il sole di un’estate che sarebbe rimasta impressa nella memoria, si trovava a bordo di un aereo militare in qualità di Elettromeccanico di Bordo. La missione era chiara: trasportare un motore per un altro velivolo fermo all’aeroporto di Latina. Ma il destino, imperscrutabile e crudele, aveva in serbo un'altra rotta.
Un’avaria al motore destro gettò l’aereo in emergenza. Ogni secondo diventava un battito accelerato, ogni istante un passo verso l’ignoto. Il velivolo perse il controllo e precipitò nei pressi del comune di Cisterna. Lo schianto fu devastante. Corpi e lamiere si confusero in un groviglio che sembrava non lasciare scampo. Genesio, immerso in un dolore insopportabile, riportò gravi ferite e l’amputazione della gamba sinistra. Il suo corpo lottò tra la vita e la morte, sospeso in un coma che durò dieci giorni.
Nei primi concitati momenti dopo l’incidente, alcuni operai di una vicina fabbrica accorsero per aiutare. Con loro c’era un team di sei specialisti, inviati per la sostituzione del motore. Scandagliarono il relitto, estraendo i feriti. Poi, il silenzio. Credevano che non ci fosse più nessuno. La vita di Genesio avrebbe potuto spegnersi lì, dimenticata tra i rottami, se non fosse stato per un uomo: il Maresciallo Lido Luzzi. Sopravvissuto quasi illeso, Luzzi si accorse che Genesio non era stato tratto in salvo. Ritornò tra le macerie e lo trovò, incastrato, in fin di vita.
Il fato, che lo aveva gettato nell’abisso, ora lo teneva aggrappato alla speranza con un filo sottile. Fu un pastore, accorso in soccorso, a compiere un gesto che avrebbe scritto un finale diverso. Vide il gruppo sanguigno sulla sua tuta e senza esitazione dichiarò di essere donatore dello stesso gruppo. All’ospedale, il suo sangue scorse nelle vene di Genesio, ridandogli la vita. Un atto di altruismo puro, di quegli atti che solo il destino sa orchestrare nei suoi modi misteriosi.
Gli anni che seguirono furono una battaglia continua. La perdita della gamba, il trauma indelebile, il percorso lungo e tortuoso del riconoscimento di ciò che era accaduto. Ma Genesio Stocco non si arrese. La sua storia non fu dimenticata. E il 27 giugno 2022, dopo una serie di ricorsi, la Suprema Corte di Cassazione riconobbe ufficialmente la sua condizione di Vittima del Dovere. Un riconoscimento tardivo, ma fondamentale, che suggellava una lotta durata decenni.
Ma il destino, ancora una volta beffardo, si prese colui che lo aveva salvato. Il Maresciallo Lido Luzzi, l’uomo che aveva sfidato le macerie per riportare Genesio alla vita, perse la sua nel 1985. Durante una missione di soccorso antincendio con un G222, precipitò nei pressi del comune di Laconi, in Sardegna. Il suo coraggio non fu vano, il suo sacrificio non fu dimenticato.
Genesio Stocco è la testimonianza vivente di quanto il coraggio, il sacrificio e il senso del dovere possano intrecciarsi con il destino. La sua storia non è solo una cronaca di dolore, ma un inno alla resilienza, un monito a non arrendersi mai di fronte alle avversità. Perché anche tra le macerie, a volte, si trova la speranza.