Siamo lieti di apprendere che l’interrogazione n. 300758 del Senatore Aldo Di Biagio volta a richiedere chiarimenti circa l’effettiva equiparazione tra le vittime del dovere e quelle del terrorismo e criminalità organizzata, sollecitata mesi fa dalla nostra Associazione, presentata la prima volta il 26 febbraio scorso, più volte posta all’Ordine del giorno e più volte rinviata, ha oggi finalmente trovato risposta presso la IV Commissione Difesa del Senato della Repubblica, lasciandoci tuttavia sconcertati per l’ennesima frustrazione inferta dal Governo.
Come è possibile rilevare dal resoconto stenografico il Sottosegretario alla Difesa On. Gioacchino Alfano ha risposto precisando che “la tematica è da tempo all'attenzione delle diverse amministrazioni coinvolte e, già dal maggio del 2009, si era insediato, in merito, un tavolo tecnico di coordinamento “ e che “ il Commissario (ndr. Il Commissario straordinario Prefetto Giancarlo Trevisone, che dal 29 ottobre 2012 è stato incaricato di presiedere il Tavolo tecnico per l’attuazione della normativa in materia di vittime del dovere) ha poi provveduto ad aggiornare le proiezioni di spesa (a suo tempo predisposte dall'Inps), includendovi anche quelle relative ai due nuovi benefici riconosciuti alle vittime del terrorismo per effetto della legge di stabilità 2014”, ma che il costo della completa equiparazione è pari a circa 690 milioni di euro nel corso di un decennio.
Il senatore Di Biagio ha replicato con la passione e la competenza che gli sono proprie, dando voce a quanto da tempo le vessate Vittime del Dovere legittimamente rivendicano, che “l'avvio del tavolo tecnico nel 2009, a seguito delle sollecitazioni delle associazioni di vittime del dovere e con la stretta collaborazione delle amministrazioni competenti, costituiva un segnale di una volontà condivisa di rettificare la disciplina.” E che “La problematica, pertanto, non sembra ancora ricevere la dovuta considerazione, come dimostrato, peraltro, dallo stesso iter dell'atto di sindacato ispettivo, più volte iscritto all'ordine del giorno e più volte rimandato, con il profilarsi, in via ufficiosa, dell'ipotesi che le questioni in oggetto non fossero competenza del Ministero della Difesa.”
Ringraziando sentitamente il Sen. Di Biagio per l’instancabile e appassionato lavoro svolto e per aver promosso le istanze delle Vittime del Dovere, si rende necessario chiarire alcuni aspetti della problematica relativa alla progressiva equiparazione tra Vittime.
Come Associazione, ma prima ancora come Vittime, siamo ben a conoscenza delle problematiche che attanagliano la progressiva equiparazione e da anni ci facciamo portatori della necessità di intervenire affinché questa indegna sperequazione cessi di esistere.
Siamo stanchi di sentirci dire che le questioni di cassa siano sempre l’ostacolo insormontabile alla progressiva equiparazione, considerando oltretutto che di graduale nell’equiparazione, dal 2007 ad oggi, non c’è stato nulla.
Le Vittime del Dovere, siano esse invalide o familiari superstiti, devono già affrontare una perdita insostenibile, ed è incomprensibile che debbano anche combattere burocraticamente, su più fronti, tra mille difficoltà, disagi e indifferenza per ottenere quei benefici parziali, nei tempi e nei modi che distinguono una Vittima in ragione della differente mano criminale che ha colpito.
Non è più tempo per cedere alle ragioni di bilancio, i sacrifici sono già stati compiuti e con clamorose conseguenze. Ora è tempo che essi siano degnamente e doverosamente riconosciuti con l’equiparazione tra categorie di persone che sono eguali, non solo per diritto costituzionale, ma soprattutto per esser accomunate paritariamente da un medesimo e indistinto dolore.
Ribadiamo che la situazione è rimasta ferma, quasi granitica, dal 2007 e se da un lato non si richiede un provvedimento estensivo completo, dall’altro non ci si può accontentare del nulla.
Se dobbiamo fare i conti con le cassa dello Stato eese di progressiva estensione si vuole parlare, allora che si facciano tutti quei passi in avanti che in questi anni non sono stati intrapresi e si recuperi tutto il tempo perso.
Solo in questo modo sarà possibile dimostrare tangibilmente che il sacrificio delle Vittime non è stato dimenticato e che il nostro Paese è democraticamente e responsabilmente conscio del proprio debito nei confronti delle Vittime del Dovere.
Si continua a parlare di semplificazione, regolamentazione, armonizzazione, ma questo per le Vittime non vale mai. Ci meraviglia pertanto che anche in tale sede non si comprenda come alcune azioni possano essere fatte senza grandi impegni di spesa: un Testo Unico, che consenta di capire e comprendere la normativa; una regolamentazione delle procedure, che consenta alle Vittime di non perdersi in un dedalo di uffici, richieste, istanze e immancabili solleciti, per ottenere quanto la Legge prevede; un adeguamento della normativa che prenda atto di quanto già l’Autorità Giudiziaria da tempo riconosce.
In relazione a tale ultimo aspetto occorre precisare che le ultime provvidenze previste dalla normativa sulle Vittime del terrorismo, che estendono la platea dei beneficiari degli assegni vitalizi, sono molto lontane dalle richieste minime delle Vittime del Dovere.
Si rimane sconcertati dall’affermazione che tra i gravosi provvedimenti da adottare vi sia anche quello di adeguare l’importo “dell'assegno vitalizio previsto dall'articolo 2 della legge n. 407 del 1998 e successive modificazioni.”
Tale aspetto è stato da tempo risolto a favore delle Vittime del Dovere dall’Autorità Giudiziaria che ha riconosciuto come erroneo l’importo fino ad oggi corrisposto e pari quasi alla metà di quello riconosciuto alle Vittime del terrorismo e della criminalità organizzata.
Richiamiamo quindi l’aforisma riportato sul sito dell’On. Gioacchino Alfano "Non serve creare alibi, toglie tempo alla realizzazione dei successi." Proprio facendo nostro questo slogan, chiediamo concretezza al Governo; a noi vittime di fatto e non solo di diritto, a questo punto interessano i fatti.
Emanuela Piantadosi
Presidente Associazione Vittime del Dovere
Orfana del Maresciallo dei Carabinieri Stefano Piantadosi M.O.M.C
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