Fra le tante follie di questo "Paese delle meraviglie", come lo definisce con grande ironia Crozza, c'è anche la disparità di atteggiamento da parte dello Stato nei confronti di chi ha sacrificato la propria vita per il bene comune, nel compimento del proprio dovere. Come se ci potessero essere vittime di serie A e di serie B. Eppure per anni è stato così. Alle vittime del terrorismo veniva riconosciuto uno "status" (e relativi benefici per i familiari) che ad altre categorie era negato. E per smuovere l'attenzione c'è voluta tutta la buona volontà dell'Associazione Vittime del Dovere la onlus costituita per iniziativa di vedove, orfani, invalidi e genitori di appartenenti alle Forze dell`Ordine, Forze Armate e Magistratura, caduti o rimasti invalidi nel contrasto alla criminalità comune, alla criminalità organizzata e al terrorismo. O nel compimento del proprio dovere istituzionale. Per cancellare l`odiosa disparità di trattamento che ancora sussiste fra categoria e categoria ecco la proposta di legge ('Estensione alle vittime del dovere e della criminalità organizzata dei benefici riconosciuti alle vittime del terrorismo`) del senatore Di Biagio, presentata al Senato davanti ad un folto gruppo di parlamentari. Un documento, quello presentato, che racchiude in sé l`impegno portato avanti dall`Associazione ilungo un intero decennio, affinché venga eliminata la distinzione tra vittime, classificate secondo le tipologie dei criminali da cui sono state colpite. Sicuramente il primo progetto di legge che cerca di accorciare le distanze della considerazione e delle tutele previste dallo Stato italiano per le vittime stesse. Una battaglia dettata dalla volontà di garantire i diritti delle famiglie delle Vittime e custodire la memoria del sacrificio dei caduti, mediante un risarcimento innanzitutto morale prima che materiale.
di Eugenio Capodacqua
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