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16 APRILE 2015
RIFLESSIONI RIGUARDANTI LA RISPOSTA DEL MINISTERO DELL'INTERNO ALLE INTERROGAZIONI POSTE DAL SEN. ALDO DI BIAGIO SULL'EQUIPARAZIONE DELLE VITTIME DEL DOVERE

In data odierna, presso il Senato della Repubblica, durante la seduta dell’Assemblea il vice Ministro dell’Interno, Filippo Bubbico, ha risposto congiuntamente alle due interrogazioni sull'applicazione alle vittime del dovere dei benefici previsti per le vittime del terrorismo e della criminalità organizzata presentate dal Sen. Aldo Di Biagio su diretta istanza dell’Associazione Vittime del Dovere.

Le due interrogazioni vertevano sulla quantificazione degli oneri derivanti dall'estensione alle vittime del dovere e loro equiparati delle provvidenze previste a favore delle vittime del terrorismo e sulla ripresa dei lavori del tavolo tecnico e l’opportunità di definire un testo unico in materia di vittime del terrorismo, della criminalità organizzata e del dovere, con lo scopo di dare organicità alla normativa vigente in materia.

Purtroppo non si può rimanere soddisfatti dalla risposta fornita in tale sede che, da un lato ripropone le ormai antiche litanie sulla mancanza di fondi, dall’altra abbozza una poco condivisibile giustificazione logico giuridica sulla primaria necessità di risolvere le criticità riscontrate in materia di vittime del terrorismo, dimenticando forse l’oggetto dell’interrogazione.

Infatti appare incomprensibile sostenere, con riguardo ai lavori del tavolo tecnico, che “si è ritenuto di dedicare una particolare attenzione specificamente alle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice a causa delle perduranti criticità applicative e incongruenze della legge n. 206 del 2004, il cui superamento ha comportato la necessità di intervenire sia in sede di Legge di Stabilità 2014 che in sede di Legge di Stabilità 2015, attraverso misure volte ad integrare la disciplina concernente i benefici a tale specifica categoria di vittime e ai loro familiari” e che “ è parso ragionevole ricercare dapprima le soluzioni ai problemi riguardanti le vittime del terrorismo e ciò proprio in funzione della postulata estensione dei loro benefici alle vittime del dovere”.

A coloro che da anni sono “cultori di tale materia” non sfugge l’incongruenza dell’assunto formulato.

In realtà se in un primo momento si può pensare che l’estensione dei benefici da una categoria all’altra consenta di risolvere le criticità per relationem e che quindi le soluzioni ai problemi delle vittime del terrorismo possano riverberarsi sulle vittime del dovere e i benefici a queste estesi, a seguito di una più approfondita analisi è possibile evidenziare che la parziale equiparazione operata ad oggi, non tramite un testo normativo unico, ma tramite piccoli interventi ad hoc, hanno creato nuove e differenti criticità esclusivamente riferibili alle Vittime del Dovere e della criminalità organizzata, le cui soluzioni non sono e non possono essere mutuate dalla normativa sulle vittime del terrorismo. Si pensi all’assegno vitalizio pari a 500,00 euro di cui si è ampiamente discusso anche in sede processuale, che non solo non è riconosciuto nella misura corretta, ma che viene attribuito con criteri e tempistiche differenti in ragione della tipologia di vittime.

La risposta peraltro appare inconsistente quando si spinge a sostenere che il superamento delle criticità applicative attinenti alla normativa sulle vittime del terrorismo ha comportato la necessità di intervenire in sede di Legge di Stabilità 2014.

In tale occasione, si vuole solo ricordare, è stato introdotto il diritto ad uno speciale assegno vitalizio, non reversibile, di 1.033 euro mensili a favore del coniuge e dei figli dell’invalido portatore di un’invalidità permanente non inferiore al 50 per cento a causa dell’atto terroristico subìto.

Trattandosi di un nuovo beneficio sfugge la difficoltà applicativa risolta ovvero l’incongruenza della Legge n. 206 del 2004 rilevata con tale provvedimento.

Su questo primo aspetto il Senatore di Biagio ha chiarito che “La risposta del Governo alle interrogazioni sulle vittime del dovere è un segnale di attenzione, ma servono interventi più efficaci” e ha correttamente rilevato che “tutta la materia manca ancora di organicità e di coordinamento. C’è un’inerzia evidente e proprio per questo è indispensabile che il tavolo tecnico riprenda i lavori con obiettivi concreti e il Governo definisca, finalmente, le misure in attesa”.

Quanto invece all’aspetto degli oneri derivanti dall’estensione dei benefici ci si permette di rilevare come il calcolo per decenni risulti poco apprezzabile e di difficile comprensione.

In primo luogo la stima di 688 milioni di euro per un decennio è pari quindi a 68 milioni all’anno, somma dalla portata meno allarmante in confronto al giusto e tanto atteso riconoscimento che ne deriverebbe alle Vittime che aspettano da oltre un decennio.

Inoltre tale cifra dovrebbe essere rivista perché l’adeguamento del beneficio di cui alla legge n. 407 del 1998 (assegno vitalizio pari a 500,00 euro) pari a 115 milioni di euro, dovrebbe essere oggetto di un calcolo ponderato, valutando anche il risparmio a cui si andrebbe incontro con un riconoscimento in via amministrativa del beneficio, che consentirebbe di eliminare di molto le spese di giudizio a cui le amministrazioni vengono condannate, essendo ormai appurato che il medesimo beneficio viene riconosciuto in via giudiziale con evidente aggravio di spese per i singoli Ministeri.

Per concludere vorremmo richiamare le parole del Sen. Di Biagio che in esito alla risposta ha espresso esattamente il pensiero di tutte le Vittime: “È chiaro che ci sono dei costi, ma il riconoscimento del sacrificio offerto alla Patria da tanti nostri concittadini non può fermarsi di fronte a un problema di costi. Occorrerà pianificare? Pianifichiamo! Per questo ho ritenuto indispensabile che si facesse il punto dei costi per singola voce di spesa. È il primo passo per cominciare ad equiparare i benefici, a cui deve seguire un calendario certo di interventi normativi. Vogliamo cominciare dall'adeguamento dell'assegno vitalizio? Vogliamo rifinanziare il fondo per le borse di studio? Ricominciamo da un punto, ma procediamo! Voglio ricordare che dietro le parole «vittime del dovere» ci sono nomi, volti, vite, persone, che meritano rispetto e un impegno concreto dello Stato, che ha ricevuto il loro sacrificio e ora deve render loro onore.”

Facciamo infine nostre le parole del Sen. Aldo Di Biagio Su questa tematica non abbasseremo la guardia e abbiamo obiettivi precisi: testo unico e adeguamento delle tutele. A tal fine c’è già un ddl bipartisan assegnato alla Commissione Affari Costituzionali, che spero sarà presto calendarizzato”.

Emanuela Piantadosi

Presidente Associazione Vittime del Dovere

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