Cari soci,
Vi inoltriamo uno scritto molto toccante arrivato stamane alla nostra segreteria.
Cosa potrebbe pensare il Capitano dei carabinieri Mario D'Aleo ucciso dalla mafia a Palermo il 13/6/1983 dopo aver visto il figlio di Toto' Riina in TV - scritto da V&M :
Io sono morto il 13 giugno 1983, ma ieri sera sono stato ucciso di nuovo. La mia vita, quella di Pietro, quella di Giuseppe e tanti altri, non hanno avuto sconti di pena, porte aperte per la riabilitazione dopo aver ricevuto proiettili nella schiena o poltrone comode dove sederci a raccontare "come ci siamo sentiti". Noi siamo morti. E proprio perché siamo morti per mano di Riina, per aver affrontato faccia a faccia Brusca, e uccisi con dei proiettili vigliacchi sparati alla schiena, non posso tollerare che qualcuno che di cognome fa Riina e che é stato e resta un mafioso, faccia finta di parlare guardando le persone negli occhi perché ha una telecamera davanti. La prossima volta, prima di accendere i riflettori su certa gente che non racconta altro che banalità o scuse, accendete il rispetto per chi é stato ammazzato per dare a voi la libertà. Perché chi, legame di sangue o meno, ha il coraggio di chiamare eroe un capo mafia, non dovrebbe avere diritto di parola, ne orale ne scritta. Ma finire nell'oblio, dove invece finiamo noi.
V& M
Associazione Vittime del Dovere
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