(ANSA) - MONZA, 27 MAR - "Vittime del dovere, vittime del terrorismo e vittime della criminalità organizzata, ovvero i familiari di forze dell'ordine, forze armate e magistratura rimasti uccisi o appartenenti ai corpi e alla magistratura rimasti gravemente feriti durante il servizio, saranno da oggi equiparate dal punto di vista risarcitorio". Lo ha spiegato la presidente dell'Associazione vittime del dovere, Emanuela Piantadosi, rendendo nota una sentenza di oggi della Corte di Cassazione.
La Suprema Corte ha definito che "l'ammontare dell'assegno vitalizio mensile previsto in favore delle vittime del dovere e dei soggetti ad essi equiparati, è uguale a quello dell'analogo assegno attribuibile alle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, essendo la legislazione primaria in materia permeata da un simile intento perequativo ed essendo tale conclusione l'unica conforme al principio di razionalità- equità di cui all'art.3 della Costituzione, come risulta dal 'diritto vivente' rappresentato dalla costante giurisprudenza amministrativa ed ordinaria".
"Questo impareggiabile risultato è stato ottenuto dall' avvocato Andrea Bava, nostro socio onorario - ha detto Emanuela Piantadosi, figlia del maresciallo dei carabinieri Stefano Piantadosi ucciso da un ergastolano in permesso premio - il quale è riuscito, innanzi la Suprema Corte, ad vincere una battaglia per la quale ci battiamo da anni, per i vitalizi di tutti coloro che hanno perso un proprio caro durante il servizio o per chi, in prima persona, nell'espletamento del proprio dovere ha riportato gravi danni fisici e psicologici". (ANSA)
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