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15 MARZO 2018
COMUNICATO STAMPA - L’APPROVAZIONE DEL DECRETO ATTUATIVO RIGUARDANTE LE MISURE ALTERNATIVE ALLA DETENZIONE PREVISTA DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI DI DOMANI 16-3-18 E’ UN OLTRAGGIO ALLA NAZIONE

L’APPROVAZIONE DEL DECRETO ATTUATIVO RIGUARDANTE LE MISURE ALTERNATIVE ALLA DETENZIONE, PREVISTA DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI DI DOMANI 16 MARZO 2018, E’ UN OLTRAGGIO DEL GOVERNO ALLA NAZIONE NEL GIORNO DEL QUARANTENNALE DELLA STRAGE DI VIA FANI

In data odierna abbiamo appreso che il decreto di riforma dell'ordinamento penitenziario sarà in discussione durante la riunione del Consiglio dei Ministri di domani, venerdì 16 marzo 2018.

Una tale decisione appare assurda ove si consideri che al termine del Consiglio dei Ministri dello scorso 22 febbraio il Presidente Gentiloni dichiarava "si paventa il rischio che il sistema senza correzioni, non sia sufficientemente efficace a ridurre la recidiva". Dichiarazioni avvalorate queste dai documenti sottoscritti dagli uffici di statistica del Ministero di Giustizia e forniti dalla nostra Associazione sullo studio della recidiva, che mai è stato affrontato in questi ultimi dieci anni dallo stesso Ministero. Ad oggi nulla è mutato e la situazione è identica a quella del 22 febbraio scorso. Per questo la riforma non può e non deve essere varata.

Appare surreale e grottesco pensare che, in occasione del quarantennale della strage di via Fani, l'Esecutivo uscente creda di onorare e celebrare tale giornata, che rappresenta ancora una ferita aperta per le vittime e per l'intero Paese, con un provvedimento che invece accorda inequivocabilmente sconti e benefici ai terroristi e alla criminalità organizzata.

L’approvazione delle misure alternative alla detenzione non celebra il sacrificio dei servitori dello Stato trucidati in via Fani, ma asseconda soltanto le richieste politiche di una minoranza, oggi anche delegittimata politicamente dai risultati elettorali, e soprattutto oltraggia la memoria delle vittime. La nostra Nazione non ha bisogno di questo, ma di provvedimenti che restituiscano la credibilità nella Giustizia e nello Stato.

E' inaudito che questa parte di riforma dell'ordinamento penitenziario venga reintrodotta subdolamente, furtivamente e nascostamente dal Governo uscente per soddisfare aspettative, che, solo nel migliore dei casi, devono essere considerate frutto di un orientamento ideologico in nome del quale però viene calpestato spudoratamente il libero confronto delle forze politiche, degli strumenti di democrazia e della sicurezza nazionale.

Noi Italiani abbiamo bisogno di sapere: che lo Stato amministri la Giustizia nel rispetto della certezza della pena; che chi, rinunciando al proprio senso di umanità animato solo da bestiale ferocia e commettendo fatti gravi, reati efferati e stragi criminose, venga punito per i reati commessi; che i diritti individuali e le libertà fondamentali che appartengono a tutti i cittadini, non debbano e non possano essere sacrificate e compromesse da un Governo che, fattosi cieco e sordo, vuole scientemente ignorare gli effetti dannosi di tali concessioni.

I recenti risultati elettorali hanno reso manifesto che questo Governo è stato lontano dalla gente, incapace di comprenderne i reali bisogni.

L'approvazione della riforma, ancora una volta, farebbe emergere e confermerebbe, in tutta la sua gravità, la fragilità di un Governo, inadeguato a far fronte alle reali e impellenti esigenze della collettività, indotto da pochi, proprio per la sua debolezza, a decisioni che vanno invece ad incidere negativamente sull'esistenza di molti, sulla vita lavorativa delle Forze dell'Ordine e di un intero Paese.

Facciamo appello dunque al senso di responsabilità del Governo e di rispetto delle Istituzioni chiedendo che non venga approvata questa inaccettabile riforma.

Rivolgiamo un affettuoso pensiero alle famiglie dei cinque agenti della scorta di Aldo Moro, trucidati dalle Brigate Rosse nell’attentato di via Fani il 16 marzo 1978: il Maresciallo dell’Arma dei Carabinieri Oreste Leonardi, l’Appuntato dell’Arma dei Carabinieri Domenico Ricci, gli agenti della Polizia di Stato Raffaele Iozzino e Giulio Rivera e il Vicebrigadiere della Polizia di Stato Francesco Zizzi.

ASSOCIAZIONE VITTIME DEL DOVERE

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