In finanziaria non passano i 2 emendamenti sostenuti dall’associazione Vittime del dovere per rendere più accettabile l’inferno di vittime e loro familiari. Un Natale amaro anche per Andrea Paglieta, agente della Polizia penitenziaria, ustionato da un ergastolano nel carcere di Sulmona che gli ha gettato addosso dell’olio bollente.
Non sono passati in senato, per la legge di Bilancio 2019, gli emendamenti caldeggiati dall’associazione nazionale Vittime del dovere che avrebbero fatto maturare il diritto al collocamento obbligatorio e un risarcimento mensile ai familiari delle vittime o alle stesse. “La Uil solidarizza con l’associazione nazionale Vittime del dovere e con la sua presidente Emanuela Piantadosi, figlia del Maresciallo dei Carabinieri, Stefano Piantadosi, vilmente ammazzato da un detenuto in permesso premio il 15 giugno 1980 – intervengono dalla segreteria Uil Cst Adriatica Gran Sasso Mauro Nardella e il segretario generale della Uil pa Abruzzo Franco Migliarini – Abbiamo visto politici inneggiare le forze dell’ordine, alle parole avrebbero dovuto seguire i fatti e invrce il senato ha bocciato i sacrosanti emendamenti che avrebbero dovuto rendere la vita più facile a chi si è immolato per lo Stato che li rilega però a meri cercatori di giustizia. Riteniamo questa una scelta scellerata visto che questi provvedimenti non sarebbero stati una spesa, ma un risparmio. Infatti inserendoli nella legge di Bilancio si sarebbe evitata alle famiglie delle vittime l’umiliazione di affrontare ed attivare un paradossale procedimento giudiziario e altri costi a carico della comunità, ossia, le spese di giudizio generate dalla costante soccombenza dello Stato, anche perché, ad oggi, le sentenze a favore delle vittime rappresentano il 100% delle cause, stante l’intervento della Corte di Cassazione a Sezioni unite – sottolineano i sindacalisti Uil – Non vogliamo assolutamente immaginare come stia Andrea Paglieta, agente della polizia penitenziaria sfregiato con dell’olio bollente da un ergastolano ndranghetista. Andrea sta pagando con i suoi tatuaggi fatti di pelle raggrinzita dal calore dell’olio che, con immane violenza, un detenuto, che non accettava evidentemente le regole impartite dallo Stato, gli ha scagliato addosso. Ora Andrea, siamo convinti, vive la sua difficile situazione, così come tra l’altro fanno già le migliaia di vittime del dovere italiane, con la speranza che un giorno gli venga riconosciuto ciò che merita di avere – concludono Nardella e Migliarini – Con tale assurda decisione non vorremmo che i politici, che tanto dicono di voler bene alle forze di polizia, facciano ricadere i tanti sfortunati malcapitati in vittime eterne di un sistema che sarebbe meglio cambi e al più presto”.
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