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22 MARZO 2019
Osapp Oggi - Salvini con chi la vuole combattere la mafia? Con l’amica degli ex terroristi degli anni di piombo?

La delegazione italiana presso l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha scelto la terna di candidati per la nomina del prossimo componente italiano al CPT (Comitato per la prevenzione della tortura) che sostituirà l’attuale a partire dal 20 dicembre 2019.

I primi tre candidati più votati sono: Elisabetta Zamparutti 11 voti; Cristian Perretta 11 voti; Gaia Pergolo 7 voti.

Tra questi, il Comitato dei Ministri (organo decisionale del Consiglio d'Europa, composto dai inistri degli Esteri) sceglierà l’italiano che sostituirà l’attuale membro, Elisabetta Zamparutti, che terminerà il suo mandato il 19 dicembre 2019.

Abbiamo già espresso le nostre “perplessità” sull’opportunità che tale membro venga riconfermato per il prossimo quadriennio. Opportunità politica e di mero buon senso, ma anche di opportunità che riguarda la sicurezza delle carceri.

Prevenire le torture nelle carceri ... con gli amici dei terroristi degli anni di piombo

Anche un bambino si accorgerebbe della anomalia di una persona designata da politici italiani che riveste diverse cariche tra loro decisamente contrastanti e con sovrapposizioni e frequentazioni di particolare “evidenza”. Elisabetta Zamparutti infatti è membro italiano del CPT, tesoriere di Nessuno Tocchi Caino (associazione diretta anche da ex terroristi che hanno insanguinato il Paese negli “anni di piombo”) e contemporaneamente anche esponente del partito Radicale. Per fare un esempio, proprio mentre i parlamentari votavano la Zamparutti, la stessa incontrava il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, non in veste del suo ruolo di “garanzia” quale membro italiano del CPT (a ciascuno dei membri del CPT è vietata qualsiasi ingerenza nel proprio Paese), ma in qualità di rappresentante del Partito Radicale…

Su 17 componenti la delegazione che ha votato la terna (un rappresentante del M5S era assente), i parlamentari della delegazione appartenenti ai Gruppi di opposizione dell’attuale Governo italiano erano in tutto 8: BERNINI Anna Maria (Forza Italia - Berlusconi Presidente), BUCCARELLA Maurizio (Misto), FLORIS Emilio (Forza Italia - Berlusconi Presidente), RAMPI Roberto (PD), BERGAMINI Deborah (Forza Italia - Berlusconi Presidente), BOSCHI Maria Elena (PD), FIDANZA Carlo (Fratelli d’Italia), ORLANDO Andrea (PD).

Di questi, gli appartenenti al PD e FI, si sono dichiarati favorevoli alla riconferma della Zamparutti e hanno fatto convergere i loro voti, ma per arrivare agli 11 voti ottenuti (ogni rappresentante poteva esprimere due distinte preferenze), mancano 4 voti (dando per scontato che il rappresentante di Fratelli d’Italia non abbia votato la Zamparutti). Da chi sono arrivati gli altri 4 voti?

Abbiamo avuto ampie rassicurazioni dal M5S, a cui appartiene anche il Presidente della delegazione l’On.le Alvise Maniero, di non aver appoggiato la Zamparutti. La Lega invece, pare essersi trincerata nella posizione del: “il voto è segreto” e, guarda caso, per arrivare agli 11 voti ottenuti, alla Zamparutti sarebbero stati necessari proprio i 4 voti dei 4 rappresentanti della Lega presso la delegazione.

A che gioco giocherebbero quindi nella Lega? Un importante ruolo di garanzia e di controllo lo si vuole, ancora una volta, affidare ad un dirigente di “Nessuno Tocchi Caino”? Quella stessa associazione che chiese il trasferimento di 44 boss mafiosi dal carcere di Opera al carcere di Rebibbia per permettere loro di partecipare ai lavori congressuali del Partito Radicale.  Trasferimento prima concesso dall’ex Capo DAP Santi Consolo e poi bloccato dal Ministro Orlando non appena si sollevarono le associazioni delle vittime delle stragi di mafia e del terrorismo.

Ci auguriamo che la Lega del Ministro dell’Interno Matteo Salvini faccia chiarezza e prenda una posizione netta su questa vicenda che vanifica tutte le sue dichiarazioni sulla legalità e sulla lotta alla mafia e che getta una luce tutt’altro che rassicurante sulla reale volontà di cambiamento di quel partito nelle politiche per la sicurezza e nel rispetto per la memoria dei poliziotti e delle altre vittime del terrorismo.

Continuare a sottovalutare l’importanza delle carceri e del ruolo della Polizia Penitenziaria su tali delicati argomenti, significa avallare accordi più ampi e che abbiamo ereditato da un passato che speravamo di esserci lasciati alle spalle e su cui oltretutto, bisogna fare ancora chiarezza. Per quanto riguarda gli ex terroristi poi, nulla da eccepire rispetto a recuperi e pentimenti ma lascino stare del tutto e non si presentino mai più (non ne sia più autorizzato l’ingresso) in quelle stesse carceri dove ancora è forte l’odore del sangue innocente ingiustamente versato.

di Leo Beneduci

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