Serve “un tempestivo intervento volto a riportare i boss della criminalità organizzata in carcere, evitare
altre scarcerazioni ed accertare le reali responsabilità”. E’ questa l'”urgente richiesta” da parte delle Vittime del Dovere trasmessa al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e al Governo, in occasione del 28° anniversario della Strage di Capaci in cui morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, gli agenti della scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani.
La protesta nel giorno di Falcone
“Riteniamo coerente e necessario – scrive il Consiglio direttivo dell’Associazione – onorare la memoria di tutti coloro che hanno offerto la propria vita in nome dello Stato proponendo azioni concrete che possano garantire reale giustizia. In data 8 maggio abbiamo trasmesso un documento di sintesi di tutto il lavoro svolto dall’Associazione Vittime del Dovere finalizzato ad impedire l’inaccettabile esodo di centinaia di pericolosi boss responsabili di efferati crimini che hanno insanguinato il nostro Paese negli ultimi decenni. In poche settimane sono stati annullati anni di lotta al fenomeno mafioso”.
“Questi nostri insistenti appelli, fatti di note, lettere, comunicati stampa, interrogazioni parlamentari inviati ripetutamente al Ministero della Giustizia e al Governo sono stati totalmente inascoltati. Purtroppo, i fatti dimostrano che i timori crescenti, da noi palesati nel corso delle settimane, erano non solo fondati, ma hanno visto
drammaticamente la loro realizzazione”, continua l’Associazione spiegando che “il lavoro è proseguito ininterrottamente con l’invio di una nota integrativa in data 13 maggio, anche ad essa non è stato dato alcun riscontro”.
L’indignazione contro il governo
A causa dell’assenza di qualsiasi risposta”, le Vittime del Dovere si sono così decise a “trasmettere una specifica istanza di intervento alle Istituzioni in indirizzo, così che l’unione delle nostre voci faccia giungere la nostra indignazione forte e chiara al Governo, affinché vengano adottate immediate ed improcrastinabili misure concrete di lotta alla criminalità organizzata”.
Una serie di proposte che le Vittime del Dovere nel documento trasmesso mettono nero su bianco, dicendo basta “a vuote commemorazioni ufficiali”, bensì si faccia posto “a concrete forme di partecipazione e intervento, soprattutto quando il pericolo è quello di far crollare un sistema ideato per contrastare efficacemente le forme più gravi di eversione dell’ordinamento democratico e realizzato grazie al sacrificio di troppi Eroi moderni, la cui memoria non deve essere solo ricordata, ma rispettata e difesa”.
“Confidiamo – conclude l’Associazione nella volontà di un sincero e tangibile interesse verso la memoria del sacrificio di tutte le Vittime del Dovere, del terrorismo e della criminalità organizzata”.
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